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martedì 7 giugno 2016

George Buchner

George Buchner

Un discorso a parte al di fuori delle collocazioni cronologiche e degli inquadramenti storici merita George Buchner  per l'eccezionalità  della sua opera che è difficilmente  omologabile alla contemporanea produzione tedesca
Questi giudizi di un germanista insigne come Ladislao  Mittner, tratti delle ben trentacinque pagine che gli dedica  nella sua Storia della letteratura tedesca, possono  fare intuire l'eccezionalità  di questo autore : uno smilzo  volumetto  contiene quanto scrisse George Buchner : tre drammi  di cui due autentici e grandissimi capolavori  ed uno studio novellistico  di stupefacente  originalità il tutto composto nell'intenso e tumultuoso  triennio 1834-36  che precedette solo di una anno l'immatura morte
Sono fra le opere più profonde e più potenti e più rivoluzionarie  dell'ottocento tedesco e della letteratura tedesca in genere 
Collocato piuttosto sommariamente  dai contemporanei e ad ogni modo molto prudentemente nella classe generica delle anime dilacerate riscoperto un po'  prima dell'Espressionismo  tedesco e poi esaltato  come pre-espressionista studiato attentamente da Luckas in occasione del centenario 1937  nel significato  delle sua fiera e risoluta protesta politico -sociale  mentre prima era stato abilmente  e subdolamente mistificato per il suo supposto misticismo  pessimistico e addirittura pessimistico-eroico  Buchner libellista  acerrimo e drammaturgo vigorosissimo  oltreché  medico e scienziato è tuttora al centro di polemiche multiformi

Vita

Nella sua brevissima esistenza (nato nel 1813 a Darmstadt, allora nel Granducato dell'Assia, morì  a ventiquattro anni) studiò  medicina e fece attività rivoluzionaria fondando nel 1834 una associazione dei diritti dell'uomo  e diffondendo il suo violente pamphlet Il messaggero dell'Assia
Scrisse (oltre a due memorie scientifiche) una novella Lenz nella quale è descritta la follia dell'omonimo autore che era stato  un esponente dello Sturm und Drang; due drammi La morte di Danton e Woyzeck, tragica storia quest'ultimo  di un povero diavolo che sfruttato umiliato  ridotto a cosa della società, finisce con uccidere la moglie e uccidersi; la commedia Leonzio e Lena grottesca rievocazione di una corte rococò

Motivi e forme

su un autore come questo che continua ad essere al centro di un complesso dibattito ci limitiamo a fissare solo alcuni essenziali concetti
1) Alla ribellione del poeta romantico, alla sua estraneità ai valori di una società che in Europa può ben definirsi borghese Buchner dà un contributo  un orientamento marcatamente politico anzi sociale
Va notato che per quanto riguarda i toni, la sua violenza protestataria si collega più agli esempi dello Sturm und Drang  che a quelli del Romanticismo (che anzi nell'area tedesca non aveva avuto l'equivalente  ribellistico di un Byron né Buchner  poteva guardare all'Heine dei poemetti satirici che sono degli anni quaranta) 
Per quanto riguarda i contenuti Buchner scopre il quarto stato e ne denunzia (su piano concettuale nel pamplet citato sul piano creativo nel Woyzeck) le condizioni di vita (anzi di non vita ) e superando le concessioni di gruppi intellettuali borghesi sia pur illuminati, intuisce che  non una minoranza di intellettuali e di teorici, espressione in gran parte della piccola borghesia, riusciranno a  creare un ordino nuovo e migliore, bensì i contadini se si renderanno conto  della loro forza e della miseria e dell'ingiustizia delle loro condizioni
2) Una personalità animata da tanta urgenza e passione politica (e si pensi anche a quel tanto che può valere  che Buchner  scrive tutto giovanissimo dai venti ai ventiquattro  anni ) torva come congeniali le forme espressive  dense e violente nelle quali per così dire  si raggrumano le varie situazioni  o meglio i punti nodali della vicenda  da descrivere  e così  nei drammi egli procede per blocchi  per scene quasi isolate e autonome in sé (ognuna è già carica  di una sua violenta urlata drammaticità) omette  sviluppi  e passaggi intermedi  con un processo di concentrazione estrema (tutti i suoi drammi  sono brevi  il Woyzeck è addirittura 20 pagine di formato piccolo)
E' già la famosa tecnica teatrale  delle Stationen che verrà ripresa dagli impressionisti  e da Brecht
Da questi rapidi accenni sarà possibile  intuire come mai Buchner sia stato  scoperto così tardi  (il Woyzeck fu pubblicato  nel 1879 )  solo  quanto maturavano  situazioni artistico- culturali  adatte a comprenderlo  con la lucida analisi della condizione subalterna della rappresentazione espressionistica

Heinrich Heine

Heinrich Heine

Definire e catalogare un artista secondo i canoni dei vari movimenti letterari è sempre operazione assi discutibile e precaria (anche se è inevitabile ricorrervi9 nel caso di Heine poi - per gli aspetti contrastanti della sua personalità umana e della sua produzione - detta operazione è quasi impossibile o comunque molto più arbitraria che in tanti altri casi

vita

nato da una famiglia ebrea nel 1797 Heinrich Heine studiò diritto e si laureò  ma sin da giovane coltivò interessi letterari
Raccolse le sue liriche nel Libro  dei canti (1827) Per i suoi atteggiamenti  critici verso la società tedesca e per il desiderio di libertà si trasferì e visse dal 1830 a Parigi, dove frequentò i salotto della principessa Belgioioso - esule come lui dall'Italia per ragioni politiche - e vi conobbe Rossini  Chopin  De Musset ; fu anche in contatto con  i saint-simonisti  e con Masx
Alla produzione lirica  (Romanzero 1851 oltre il già citato   libro dei Canti ) alternò saggi letterari (La scuola romantica  1833-36)  e politico-sociali  (Scritti cari 1854) drammi poemi satirici  come Atta Troll (1841)  e Germania, una fiaba d'inverno  (1844)
Si spense rattristato negli ultimi anni da infermità e crisi nel 1856

Tra sogno e ironia

Nella produzione di Heine la poesia ha una parte predominante
Si tratta di poesia  lirica nella quale affetti e memorie amori e illusioni contrasti fra sogni e realtà sono secondo  il gusto e gli orientamenti  romantici i motivi ricorrenti
Ma la novità lo specifico  di Heine che impedisce di definirlo sic et simpliciter  un romantico, consiste nell'atteggiamento di difesa  nella distanza che egli prende  da questa tematica : nello stesso momento in cui si abbandona al vagheggiamento e al sogno, Heine ha lucida coscienza di questo suo atteggiamento  e quindi  non è sufficientemente  romantico per un'adesione incondizionata  né dall'altra parte sufficientemente saggio, prosaico, realista  (si dica come si vuole) per farne a meno
Ne deriva un particolare impasto  di sentimento  e di ironia il balenare di un sorriso ora rassegnatamente indulgente ora amaro  fra le lacrime, un'operazione che svuota dal di dentro gli atteggiamenti  e i temi tipici del romanticismo pur lasciandone apparentemente intatto l'involucro esterno
Sono suppergiù queste le caratteristiche del Libro dei canti  (una sorta di diario poetico nel quale l'autore  trascrive nella forma del Lieder o della romanza - generi poetici che proprio il romanticismo  aveva valorizzato - impressioni malinconie e sogni)  e del Romanzero
L'ironia  in entrambe le raccolte è sempre una componente fondamentale; ma nella prima serve da antidoto all'abbandono sentimentale e ad essa Heine ricorre quasi per guarire  volontaristicamente della sua malattia romantica; nel Romanzero serve a dissolvere o comunque a sfumare  quel progressivo incupimento pessimistico  di cui questa raccolta è testimonianza che caratterizzò  gli ultimi anni del poeta

La polemica politica

Va precisato però che l'importanza e il ruolo di Heine non si esauriscono nella sua produzione lirica  ( e ridurlo solo a questa dimensione è stato da parte della cultura ufficiale tedesca, operazione sottintesa  da ben precise motivazioni politiche). Heine fu anche nel suo periodo parigino (non si  dimentichino  i suoi contatti con Marz) un robusto e a volte feroce polemista politico contro l'ingiustizia sociale  contro ogni conformismo  reazionario  contro la società tedesca del suo tempo  audacemente satireggiata nei versi di Germania una fiaba d'inverno (1844) Ha scritto  L. Mittner : " La Zerrissenheit (dissidio interno)  di Heine deriva da un solo tragico paradosso : mentre egli in Germania e poi in Francia combatteva per la libertà di tutti gli oppressi  e anzitutto per la libertà dei tedeschi vittime della Santa Alleanza, non riusciva ad amare i tedeschi, poichè in complesso non sentivano quel bisogno di libertà che  fremeva nella sua anima " Proprio per questa componente fondamentale  della sua produzione, mentre l'estimazione europea andava da Baudelaire a Nietzsche  da Carducci a Leopardi  la cultura ufficiale tedesca ha preferito  nell'ottocento  ridurre Heine a semplice lirico  durante il nazismo metterlo al bando (ma Mann e Brecht lo ammiravano ) oggi ignorarlo

Ernst Th. A. Hoffmann

Ernst Th. A. Hoffmann

Romantico  e moderno

Ernst Th Hoffmann  - che ebbe una vita (1776-1822) agitata e irrequieta e fu, oltre che scrittore, musicista - è una delle figure  basilari  del secondo  romanticismo tedesco : la sua opera è profondamente permeata di alcuni motivi fondamentali  del romanticismo ma nel contempo  di questo movimento egli è forse l'autore più moderno  quello cioè che ha trasmesso  al futuro temi e soluzioni narrative che avrebbero  avuto larga eco (sino al surrealismo)
Caratteristica fondamentale della produzione  di Hoffmann è l'accentuazione della componente  visionario-fantasitica che può approdare  agli esiti più disperati  : o al compiacimento del terrore e del torbido  (certe macabre e mortuarie de Gli elisir del divaolo) o ad un abbandono ai sogni più sfumati  e leggiadri  : si pensi solo per pare un esempio alla Pentola d'oro) Tutto possibilie - e naturale- nella pagina di Hoffmann : il rovesciamento  delle leggi naturali la violazione e la liberazione delle varie circostanze sono da Hoffmann  diligentemente  inventariati )  e che, inserita nel in questo contesto trascolora però in un realismo sui generis che riconduce tutto all'io  e risolve la realtà nell'arbitrio immaginativo-fantastico  individuale

Due linee di sviluppo

Da questo punto di vista in Hoffmann sono già evidenti due linee di sviluppo che per una sorta di logica interna sarebbero derivate dalle premesse romantiche
1)  da un lato l'assoluta libertà fantastica caduta ormai ogni remora si sarebbe spinta sino ai grovigli dell'inconscio ( si pensi al surrealismo)  e non sarebbe indietreggiata nemmeno di fronte al gratuito  o alla mistificazione
2) dall'altro  l'io non avrebbe retto  al compito di creatore  della realtà che gli era stato assegnato  : da ciò la disperazione esistenziale
Ha scritto  splendidamente a questo proposito  Claudio Magris  "Nell'età romantica trionfava la filosofia idealistica con la su orgogliosa  affermazione dell'io individuale quale unica realtà assoluta
Anche Hoffmann fu profondamente turbato da queste dottrine e soprattutto quelle di Fichte  che egli conobbe e assorbì con animo da artista poco incline alla logica filosofica e tutto smarrita sensibilità
Fichte tendeva a risolvere tutta la realtà  nell'attività del soggetto individuale nel rapporto tra l'io e il non io  in questi principi che  comunque li si giudichi avevano un carattere eminentemente costruttivo e una grande sostanza  morale Hoffmann vide invece la distruzione di ogni oggettività e dell'unità stessa della persona : le cose non avevano  una loro sostanza  ma erano solo fantasmi creati dalla fantasia irreali ed evanescenti  arabeschi ; la personalità  stessa si spezzava in due proiettando  continuamente dinanzi a sé  la propria immagine 
Su questa strada Hoffmann con la  descrizione di incubi con la creazione delle situazioni  derivanti dal sosia cioè dallo sdoppiamento  presagisce  il rovescio negativo cui sarebbe giunto più tardi  l'idealismo, la disperazione  esistenziale che sarebbe sorta sulle rovine di quell'ottimismo, il nichilismo  - cioè la negazione di ogni realtà e di ogni valore - che serpeggiava come un male nascente e nascosto nel romanticismo
In tal senso Hoffmann è stato precorritore della crisi e dell'angoscia dell'uomo  moderno per ironia della sorte e toccato ad un narratore così sanguigno e ricco di umori sdi sentire il ghiaccio perso del vuoto la vertigine dell'abisso e del  nulla

Novalis

Novalis

Con Novalis il primo romanticismo tedesco attinge specie nella poesioa i suoi migliori risultati
Formatosi nel circolo di Jena dove frequentò Fichte e i fratelli Schlegel, Friedrich Leopold von Hardenberg noto con lo pseudonimo di Novali, ebbe nella sua breve esistenza (1772-1801)  una dolorosa esperienza che condizionò fortemente la sua psicologia e la sua arte : l'amore databile intorno al 1795 per una giovinetta dodicenne Sophie che due anni dopo sarebbe morta

Esperienza biografica e misticismo 

Alla base degli Inni alla notte scritti nel 1797 ma pubblicati nel 1800), la più alta prova lirica di Novalis, c'è la trasfigurazione di questa esperienza che nella realtà  già configurava coi connotati di uno dei miti "amore e morte  più tipicamente romantici
Temi dominanti sono la struggente nostalgia verso la donna amata e perduta, il desiderio  di attingere nell'aldilà la vera vita l'abbandono fantastico della realtà terrestre
Gli inni, scritti parte in versi e parte in prosa ritmica sono sei m legati da un certo interno rapporto : "il poeta dopo aver accennato alla bellezza della luce e al giorno - simbolo, per lui, del caduco, del finito - si rifugia in seno alla notte. Qui si placa ogni desiderio, il finito  si fa infinito, l'uomo si indìa, tutto  ciò che fu perduto in tempo - Sophie e con essa la vita stessa- ritorna; il sacro rito d'amore si compie. Chi per una sola volta ha gustato  la dolcezza della notte, altro non desidera che il ritorno di una notte che non abbia fine. Vano  è il richiamo della vita e della luce, vano  ogni altro legame
La vera patria, il cielo, attende Un'ebrezza d'amore accompagna in questo viaggio La vita nostra, quella della natura è sottoposta ad un fato, è dominata  dall'angoscia della fine
Il sentimento cristiano della vita, il mito  cristiano  hanno redento l'umanità da questa paura
L'uomo si fa Dio, il finito e la morte è all'inizio di un'eternità e di vita e di amore "
Non si può certo negare che gli Inni siano animati da una forte componente religiosa o più precisamente mistica che spinge il poeta, per così dire, a travalicare la realtà, a sentirla come antefatto, come limite che solo l'intensità del sentire, la esperienza, un dominio che poi non significa altro che la scoperta e la comunione col fondo segreto, con la verità ultima delle cose
In questo atteggiamento di Novalis ha notevolmente influito la filosofia di Fichte e la particolare soluzione da lui data al rapporto fra l'io e il non io  ma ciò che qui ci preme sottolineare è la vocazione a dissolvere e nel contempo a sovraccaricare  la realtà a farla lievitare attribuendo  al comune senso più elevato  un'apparenza misteriosa al noto la dignità dell'ignoto
E' evidente, cioè - già sin dal suo primo poeta esemplare - quella  componente onirico-visionaria  che, tipica del romanticismo  tedesco si ritroverà  in parecchi altri autori , ma soprattutto Hoffmann -sia pure con moduli e temi ben diversi da quelli di Novalis - si scatenerà  senza riserve

La dignità dell'ignoto 

quanto si è detto trova ampi a testimonianza nel romanzo incompiuto Enrico di Ofterdingen (iniziato nel 1799) nel quale la narrazione delle vicende del  protagonista, un poeta dl Minnesang (il suo girovagare, i suoi incontri con guerrieri mercanti  e minatori, la sua esperienza dell'amore e della morte dell'amata) si traduce per Novalis in un'autobiografia  o comunque in un Bildungsroman , cioè  nella descrizione di una formazione spirituale e poetica
Ma la nota fondamentale del romanzo è proprio il processo di trasfigurazione della realtà e della vita, la dimensione simbolica  e misteriosa che l'ordinario vi assume
Il romanzo si pone come opposizione al Wilhelm Meister, come  esaltazione del fantastico  e abbandono all'immaginazione di contro al conquistato equilibrio  e alla serena saggezza goethiana
Il tutto sullo sfondo di un medioevo che ha perso ogni sua credibile connotazione storica ed è diventato già un mito romantico; quel medioevo che nel saggio Europa o la cristianità (1799) - un testo fondamentale per la storia della cultura e del gusto romantici - Novalis aveva additato come momento  ideale della civiltà europea e come condizione storico-spirituale

lunedì 6 giugno 2016

Motivi e protagonisti romantici dell'area tedesca

Motivi e protagonisti romantici dell'area tedesca

Dati specifici e linee di un panorama

Per quanto riguarda la priorità cronologica del Romanticismo tedesco  rispetto ai romanticismi del resto dell'Europa  non ci possono essere dubbi
Temi che  avranno un ruolo fondamentale ne dibattito romantico  sono già formulati nella seconda metà del settecento e basterà qui  solo richiamarne alcuni sui quali già ci siamo soffermati  : la polemica di Lessing contro le convenzioni classicistiche la valorizzazione della poesia popolare di Herder  lo Sturm und Drang
Ma a tutto ciò si aggiungono  nuovi approti elaborati da teorici e poiti che per comune convenzione  vengono divisi in tre gruppi  : quello di Jena, quello di Heidelberg e quello di Berlino

Jena Heidelberg e Berlino

Del gruppo di Jena, attivo all'incirca tra il 1796 e i primissimi dell'ottocento , gli esponenti più rappresentativi sono da considerare i fratelli Schlegel, Fichte, Schelling
August Wilhelm Schlegel (1767-1845) legato  da amicizia con m.me de Stael che accompagnò nei suoi viaggi  per l'Europa, scrisse liriche e drammi, fondò con il fratello la rivista Athaneum (1798-1800) facendone un battagliero strumento per l'elaborazione di quei nuovi canoni artistici  che poi nelle sue Lezioni di letteratura e arte trovarono una sistematica e completa esposizione che diventò il vangelo del Romanticismo
Funzione altrettanto importante ebbero le sue lezione Sull'arte e sulla letteratura drammatica (1809-11) e le sue  traduzioni da Shakespeare
Il fratello Friedrich (1772-1829) va ricordato  per i numerosi saggi  e per alcune idee-base che influiranno su tutto il movimento romantico 

1) mitizzazione del Medioevo  come l'età ideale nella quale  l'etica cristiana teneva alti i valori della vita e  germanesimo e cristianesimo  cooperavano
2) il richiamo all'Oriente che fu come la rivoluzione di un nuovo mondo
3) l'idea di una poesia universale progressiva secondo la quale la vita diventerà poesia, il sogno si congiungerà al reale e non ci saranno più limiti tra sensazioni, tra le emozioni, tra il cuore e lo spirito, tra individui e tra le nazioni
Artisticamente l'espressione migliore di questo stato d'animo  è la musica letterariamente la poesia e il racconto di fate
Al gruppo di Heidelberg attivo nel periodo 1804-1808 parteciparono Clemens Maria Brentano , Achim von Arnim, Josseph von Eichendorff e i due fratelli Grimm
A caratterizzazione del gruppo ci limitiamo a  riportare il giudizio di  Mittner che ne vede la peculiarità nell'avere spostato  verso una dimensione nazionalistica o almeno specificamente popolaresca, il romanticismo cosmopolita di Jena : a  raccolta di poesie popolari Il corno del fanciullo curata da Brentano e von Arnim e volta a recuperare tradizione medioevale cristiana e componenti nazionali germaniche si può considerare un'esemplare  indicazione di questo orientamento
Ancora più accentuato in questo senso  è lo spirito animatore del gruppo berlinese, il cuii vero centro fu al tavolata cristiano-tedesca che, fondata da Arnim nel 1811 fiorì fino alla guerra dell'indipendenza e fu una delle principali fucine  del rinnovamento dello spirito del prussianesimo  guerrafondaio

Le varie fasi

Per quanto riguarda le varie fasi del Romanticismo tedesco non possiamo che limitarci a rapidissimi accenni 
Una prima fase romantica fiorisce collegata al gruppo di Jena e trova il suo poeta più alto in Novalis e il più rappresentativo  prosatore in Ludwig Tieck (17773-1853) che nelle sue novelle riuscì a fondere la rappresentazione di un medioevo romanticizzato con una felice disposizione alla favola descrivendo  con sognante levità circostanze irreali e vaghi e fluidi stati d'animo
Atteggiamenti che nelle opere di maturità trascolorano  in una direzione se non realistica  certamente casalinga e pacata tanto da poterle considerare espressioni del gusto biedermeier
La seconda fase è molto articolata  a parte il gruppo dei poeti-patrioti  di cui Theodor Korner  è l'esponente più famoso  ci limitiamo a ricordare Clemens Maria Brentano  (1778-1842) notevole  per le sue liriche  per i racconti fantastici e soprattutto per le fiabe ; Einrich von Kleist (1777- 1811) autore di alcune grandi tragedie  centrate sul conflitto tra uomo e società rappresentato però con una particolare accentuazione del tema dell'angoscia e della solitudine ; Hoffmann; Joseph Karl von Eichendorff (1788-1857)  che nel suo capolavoro, il romanzo  Storia di un perdigiorno (1826) cantò  il fascino di una vita libera fatta di vagabondaggi e di contemplazione della natura e nei suoi Lieder, ritenuti  fra i più belli della letteratura tedesca  espresse atteggiamenti di sognante serenità; Adalbert von Chamisso (1790- 1838)  di origine francese  poeta e romanziere nel quale tendenza al realismo e vocazione fantastica  si equilibrano felicemente; Eduard Morike (1804-75)  che nella sua multiforme attività tradusse i lirici greci e latini  fu autore di Lieder e ballate di una raccolta di liriche  nelle quali espresse sulla base di un 'esperienza autobiografica  la devastante forza della passione amorosa
Fra le sue opere  oltre il famoso e splendido racconto Mozart in viaggio per Praga  meritano attenzione l'Idillio  Vecchio gallo del campanile  e il romanzo Il Pittore Nolten  animati l'uno da sorridente poesia  della familiarità e l'altro da malinconica rassegnazione
Opere queste che preludono a quella fase ultima del Romanticismo tedesco definita Biedermeier e che inizia attorno agli anni quaranta del secolo
Si tratta di un approdo dei temi romantici a una dimensione casalinga e piccolo-corbghese; la passione ridotta a innocuo sentimentalismo, la natura  compendiata nel giardino di fronte alla casa, le aspirazione corrette dall'accettazione o dalla rinuncia e ridotte entro  familiari orizzonti di modesto e lindo decoro e di paura di ogni cambiamento  ( e da ciò  un geloso conservatorismo )
Ravvisabile in molti atteggiamenti di Eichendorff di Morike e di tanti altri autori lo spirito Biedermeier trova soprattutto  nell'ambiente viennese il suo epicentro  è riscontrabile  nel maggior drammaturgo austriaco  Franz Gtillparzer (1791 -1872) e caratterizza le arti minori  e l'arredamento
A conclusione  della parabola romantica sintesi e superamento  come vedremo a suo tempo si colloca Heine

Eugenio Oneghin di Puskin

Mentre Adolfo di Constant è una lucida  e severa analisi dell'eroe romantico  Eugenio Oneghin (1833) di Puskin ne è una rappresentazione anch'essa in chiave critica, ma nella quale confluiscono varie componenti che qui si possono solo accennare
iniziato nel 1823 e diffuso via via nei suoi vari capitoli fino alla pubblicazione  integrale del 1833, questo romanzo  in versi rappresenta quasi un paradigma della evoluzione ideologica e poetica di Puskin  della sua progressiva liberazione dalle suggestioni  byroniane  della conquista di moduli espressivi di classica incisività della vocazione  realistica
L'ironia - o meglio : la sapiente personalissima fusione di abbandoni  di toni lirici e di ironia - con la quale è rappresentata la vicenda  è tutto sommato un auto-ironia - Puskin rappresenta, prendendo un po' le distanze, una fase  del suo processo interiore, ma con  la consapevolezza che ben si allea all'affettuoso sorriso  di chi sa di averla ormai superata
Ne deriva così un atteggiamento  che è di distacco  e di complicità rispetto ai miti romantici in generale  e al suo personale momento romantico 
Si aggiungano a tutto questo  : l'attenzione  con la quale Puskin definisce sociologicamente il protagonista  (un pariniano  giovin signore  - e Puskin conosceva il modello italiano che aveva orecchiato Byron)  il rilievo - e siamo già in una dimensione realistica - dato a specifici aspetti della società russa ; l'eco e le derivazioni che questo personaggio avrà nella letteratura russa
Si intuirà  così perchè  quest'opera sia ritenuta per giudizio ormai acquisito il capolavoro basilare della letteratura russa

Eugenio Oneghin di Puskin

Adolfo di Constant

Adolfo di Constant

Ma l'opera che, in questa parabola dell'eroe romantico che stiamo  abbozzando, segna un momento fondamentale è Adolfo, pubblicato nel 1816 da Benjamin Constant (1767 -1830) che nato a Losanna viaggiò molto per l'Europa , partecipò attivamente alla vita politica  e culturale francese, e si distinse assieme a m.me de Stael nell'opposizione a Napoleone, in conseguenza della quale andò in esilio
Nel breve romanzo - una turbinosa, insostenibile  relazione amorosa che si conclude con la morte della protagonista - Constant  ha rappresentato certo una situazione tipicamente romantica (la  passione amorosa, la conflittualità del protagonista , lo scontro tra individuo e società con i suoi condizionamenti   i suoi pregiudizi ) ma proiettando  su di essa una luce ben diversa da quella che illumina, con l'aureola di anime belle  e di angeli caduti i Werther gli Obermann, i Renato.
Constant invece non esalta, ma analizza non cede mai alla eloquenza ( si pensi a Chateaubriand) ma cerca di scomporre - senza reticenze  o pietose concessioni - il groviglio di sentimenti contrastanti  di mitologia letteraria di sincerità di auto-inganno  che coesistono in ogni atteggiamento di Adolfo
A questa lucida e inclemente analisi, a questa  specie di giansenismo  laico Constant era spinto anzitutto da un'urgenza  auto biografica : il bisogno di  oggettivare - bilancio e liberazione nel contempo  - un'esperienza tormentosa che tanta parte aveva avuto nella sua vita
E' opprtuno aggiugnere che su di lui agiva anche ala grande tradizione francese dei moralisti  che dell'analisi  del cuore umano avevano fatto il tema preferito
Il gusto della prosa puntuale e asciutta all'insegna della ragione il frequente ricorso alla massima come sintesi di una situazione psicologica , l'impegno  di arrivare al fondo del cuore umano gli derivano proprio da una costante che nella cultura francese viene da lontano e arriverà lontano
Con questi strumenti culturali in meno di cento pagine
Constant ha creato un romanzo che è una rappresentazione in controluce - specchio  e coscienza nel contempo  - dei miti romantici  un'opera per la quale si può parlare di capolavoro

Adolfo di Costant