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sabato 30 dicembre 2017

dal realismo romantico al naturalismo positivistico

dal realismo romantico al naturalismo positivistico

Fasi e motivazioni di un lungo processo

Come i primi decenni dell'Ottocento sono caratterizzati  in una prospettiva europea dal Romanticismo così quel periodo che all'incirca va da 1830  al 1870-80  vede il progressivo affermarsi di quella categoria artistica che  si conviene definire Realismo. Con due  precisazioni però :
1)  nei primi decenni del secolo una volta affermatosi il Romanticismo dà fisionomi a al periodo è l'orientamento dominante ed esclusivo  nel successivo periodo che abbiamo indicato  invece il Realismo  non domina incontrastato ; è l'orientamento  maggioritario  e più  fertile ma non l'unico.
2)  Nell'arco di un cinquantennio  un  orientamento  letterario  (Anche se per pura ipotesi partisse da omogenei canoni di poetica) subisce inevitabili sviluppi  e modifiche che rendono  assai discutibile l'adozione della stessa definizione sia per gli iniziatori che per gli epigoni. E' pertanto consuetudine  critica abbastanza diffusa  quella di definire realismo e realistica la produzione del primo periodo e Naturalismo e naturalistica  quella del secondo differenziate  e distinte l'una dall'altra  per tutta una serie di fattori che ora esamineremo.

SOGGETTIVITA' E REALTA'

E' assai discutibile prospettare il Realismo come pura e semplice opposizione al Romanticismo ( e un'eco di questa  impostazione critica è riscontrabile nell'accezione profondamente antitetica che nel discorso giornaliero si dà ai termini  romantico e realistico ). IN realtà si tratta di un complesso processo di opposizione  e di continuazione di ribaltamento  e di sviluppo di certi autori romantici è a questo proposito  illuminante  si pensi a Puskin poeta lirico e nel contempo padre del realismo  russo con i suoi Racconti  di Belkin (1830  o a Victor Hugo  il quale oltre a essere il poeta dell'io è anche l'autore dei Miserabili.
La lotta contro i modelli  e le regole del classicismo la poetabilità di qualsiasi argomento e la libertà stilistica  l'attenzione verso le manifestazioni dell'arte popolare e più in generale la scoperta della dimensione  popolare il gusto di ricreare con il romanzo storico  il clima di un'epoca  l'analisi delle reazioni dell'io  di fronte alla realtà   ( e stiamo citando i capisaldi  della poetica romantica) portano  cambiamento di prospettiva  che anziché  far centro quasi esclusivamente  sull'io anziché finalizzare tutto per un'analisi  e un'enfatizzazione dell'io l'artista  si apra invece ad accogliere  e a registrare l'inesauribile varietà  del reale e  i meccanismi  le forze in contrastante  gioco., Per chiarire  ancora di più : nel rapporto  individuo-realtà  che il Romanticismo risolveva privilegiando (o ammettendo  esclusivamente)  il primo elemento  il realismo stabilisce un equilibrio  con il dare cittadinanza piena al secondo elemento. Si pensi  per dare concretezza al discorso al Renato  dell'omonimo  romanzo di Chateaubriand  e a Julien Sorel del Rosso e il nero  di Stendhal; mentre il primo  è connotato  dall'autore  solo su un piano esistenziale, il secondo invece lo è sul piano sociale di Renato  conosciamo solo le anfrattuosità  interiori, l'itinerario psicologico di Julien invece le radici sociali  le sue reazioni  e i suoi  progetti di fronte alla realtà  sociale in cui vive e che l'autore  attentamente descrive e analizza.
Ma si pensi  a un altro esempio  di questo complesso processo di ribaltamento e di continuazione. E cioè  un posto  notevole nella produzione romantica ha la ricostruzione di un momento di un clima storico (il romanzo  e il dramma storico di Walter Scott a Manzoni a Hugo ) o esotico (da Chateaubriand a Coleridge a Byron) il verismo riprende  questa vocazione - tutto sommato storicistica ma anziché  proiettarla nel lontano (cronologico e geografico) la rivolge al vicino, alla realtà immediata  presente. E ecco  nella narrativa realistica l'attenta rappresentazione di un ambiente coi suoi costumi  e il suo clima di vita  la Normandia di Flaubert e Maupassant La Provenza di A. Daudet la Sicilia di Verga ( e gli  esempi potrebbero essere tanti). E' il cosiddetto regionalismo  che caratterizza tanta narrativa veristica dell'Ottocento.

NUOVE PROSPETTIVE  E NUOVI MODULI ESPRESSIVI

Tutto  ciò comporta delle conseguenze sul piano specificamente formale. E' ovvio che la dimensione soggettiva che domina la produzione  romantica trovi il suo mezzo espressivo ottimale nella poesia lirica che già Madame de Stael aveva teorizzato  come il più adatto  alla nuova sensibilità o in  un genere di romanzo autobiografico  e in una prosa ricca di abbandoni  sentimentali e lirici. Ed è  altrettanto ovvio  che la scoperta della realtà  per l'impegno di analisi che anima ora l'autore  trovi  più adatto come genere letterario il romanzo e come modulo espressivo una prosa varia nei toni descrittiva e precisa  che bandisca assolutamente  effusioni e toni lirici ( Stendhal pensava addirittura alla prosa  del codice civile). Ma  più  che nel genere letterario  e nei  moduli formali la novità  consiste  in una mutata  disposizione  di fronte alla realtà nella scoperta per così dire  della dignità  del quotidiano nell'assegnare  cittadinanza nel dominio dell'arte  a qualsiasi  essere umano  e a qualsiasi vicenda  e nel ritenerli  tutti suscettibili  di una rappresentazione seria e tragica.
E qui a chi obiettasse che già Lessing  si era battuto per questo  si può rispondere che sia nei suoi drammi che in quelli del Romanticismo  e persino  ancora in Stendhal il protagonista anche se non è più un personaggio storico  o mitologico è pur sempre un privilegiato un essere umano d'eccezione per intensità  e aristocrazia di sentire. E' da Balzac in poi che si realizza questa dignità del quotidiano  questa irreversibile novità  e così possono acquistare  dignità tragica i contadini di Courbet l'avarizia di papà Grandet  o la meschinità  dell'impiegatuccio nel cappotto di  Gogol o un sentimento  tutt'altro  che eroico  e nobilitante  come la paura nel Il segno rosso del coraggio di Crene  o la vita anonima di un'umile serva in un Cuore semplice  di Flauber  o il tarato dall'alcolismo di Zola o il pescatore in Verga ( e così  via sino a Gorki a Steinbeck a Cronin ai film di De Sica  e a tutte quelle manifestazioni artistiche che a questa fondamentale  conquista ottocentesca più o meno  mediamente si collegano ).

VERSO IL NATURALISMO : TRE FATTORI

Ma come abbiamo detto  nell'arco di circa un cinquantennio nel quale si sviluppa la produzione  realistica subisce notevoli modifiche.
Un punto  nodale di questo processo può esser collocato (con una certa approssimazione) attorno alla metà del secolo e lo si può motivare  con tre fattori storico-culturali : la delusione del '48 europeo, il Manifesto di Marx e Engels il Positivismo.
1)  Il ritorno all'ordine col quale vengono spenti i tentativi rivoluzionari in Europa rappresenta un colpo durissimo  per l'intellighezia democratica e progressista il crollo delle speranze di una generazione. Di conseguenza si accentua quel distacco tra artista e assetto sociale  brohese  che aveva trovato espressione già nella produzione di Stendhal e Balzac: in Flaubert ora uno dei motivi di fondo è l'odio  verso il borghese.
2) Ma il '48 vede la comparsa piuttosto consistente del "quarto stato" e nel Manifesto  la teorizzazione del ruolo che esso è destinato a svolgere. E' superfluo insistere sulle incalcolabili influenze che tutto ciò avrà  si pensi soltanto alla preponderante presenza che nella narrativa del secondo Ottocento avranno  le classi  subalterne : i tipi  umani travolti dallo sfruttamento e dalla reificazione che Marx ed Engel  via via esaminavano nei loro scritti  diventavano oggetto di rappresentazione : da Tempi difficili (1854) e Grandi  speranze (1860 ) di Dickens a Germinia Lacerteux (1865) dei fratelli Goncourt dai populisti  russi a Zola a Verga. Questo non significa che questi artisti facciano propria la concezione marxiana significa però che ormai uno spettro percorre l'Europa e non si può più esorcizzarlo.
3)  A partire dalla metà del secolo si verifica la progressiva affermazione del Positivismo che ha i suoi capisaldi nel rifiuto delle fantasticherie delle religioni e delle metafisiche  nel privilegiamento della realtà oggettiva dei fatti nell'esaltazione delle scienze come strumento  ottimale per la conoscenza e il dominio della realtà. Strettamente legato al processo già avviato  di organizzazione industriale  il Positivismo risponde perfettamente alle esigenze del questa società  alla quale trasmette  sia la fiduciosa teorizzazione di un progetto  inarrestabile destinato a raggiungere deterministicamente livelli sempre più alti  sia una particolare attenzione alla dimensione sociale.
E' abbastanza agevole intuire le conseguenze  che dai capisaldi del Positivismo derivano per gli orientamenti letterari  il narratore aspira a lavorare scientificamente  esclude dalla narrazione ogni personale commento e considerazione descrive comportamenti di singoli e di gruppi ma previa una minuziosa documentazione  sperimentale con una volontà  intellettuale di conoscenza  e con rigore scientifico e ricorrendo alla fisiologia  alle leggi dell'ereditarietà ecc. Zola ha esemplarmente chiarito in certi suoi scritti i canoni di questa nuova poetica  che nella rappresentazione  della realtà  privilegia l'inesorabile  meccanismo delle leggi naturali e finisce con trasformare  l'opera narrativa in referto medico o analisi sociologica. E così  è avvenuto il passaggio dalla narrativa realistica a quella naturalistica