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sabato 9 novembre 2019

Honorè de Balzac

Honoré de Balzac

collegabile all'opera di Stendhal è quella di Balzac  e non solo per la coincidenza cronologica - gli anni  Trenta vedono il rosso e il nero (1830) la Certosa di Parma (1839) e la piena attività di Balzac - ma anche per il comune orientamento realistico  e la posizione critica verso la società francese contemporanea.

vita

Honoré de Balzac nato da una famiglia medio-borghese nel 1799 e morto nel 1850, dopo studi di giurisprudenza e impieghi di vario genere si dedicò alla letteratura  e al giornalismo, ma con scarso successo, tentò gli affari, ma fu un disastro.
Cominciò ad acquistare fama attorno al 1830  e da allora si dedicò alla sua attività di romanziere con un ritmo di lavoro eccessivo e frenetico ( in sedici anni  più di novanta romanzi)  - costrettovi anche dai debiti dovuti alle disastrose operazioni commerciali - che  ne minò il fisico. Sposò ne 1850 una nobildonna polacca Eve Hanska con la quale da anni aveva avuto una tormentosa e intensa relazione. Qualche mese dopo un colpo apoplettico lo stroncò.

La poetica

Nel 1842, modificando e ampliando un'impostazione che aveva già enunciato parecchi anni prima, Balzac organizza I suoi romanzi in una sorta di gerarchia piramidale(come qualcuno  ha detto ) con il titolo complessivo di commedia umana ; alla base c'è un gruppo di studi di costume del secolo XIX suddiviso in scene della vita privata (il colonnello  Chabert, Papà Goriot ecc.) della vita di provincia ( Eugenia Grandet, il giglio della valle ecc. ) della vita parigina della politica della vita militare della vita di campagna.
Poi c'è il gruppo degli studi filosofici, e alla fine quello progettato ma non realizzato degli Studi analitici. Nella famosa prefazione alla Commedia umana Balzac dichiara I suoi propositi : "la società fa l'uom, secondo  gli ambienti in cui si svolge la sua azione, tanti uomini differenti quante sono le varietà in zoologia.
le differenze tra un soldato, un operaio, un avvocato, un marinaio, un  povero ecc.  sono altrettanto notevoli che quelle tra un lupo, il leone, il corvo ecc. Si trattava allora di descrivere la varietà delle specie sociali, come il famoso naturalista Buffon (1707-1788)  aveva fatto con quelle animali.
E in questo studio Balzac - come aveva detto precedentemente in una lettera alla Hanska  - intendeva rappresentare  tutti gli aspetti sociali senza dimenticare "nè una situazione della vita né una fisionomia, né un carattere di uomo o di donna, né una maniera di vivere, né una professione, né una zona sociale, né un paese della Francia, né una qualunque cosa dell'infanzia della vecchiaia, dell'età matura, della politica, della giustizia, della guerra. Stabilito  questo, la storia del cuore umano tessuta filo per filo la storia fatta in tutte le sue parti  ecco la base. Non saranno fatti immaginari, sarà quello che avviene dovunque".

aspetti fondamentali

Alla luce di queste fondamentali dichiarazione di poetica è più agevole fissare rapidamente alcune caratteristiche di fondo della produzione Balzachiana.

1) Proseguendo su una strada  già imboccata  da Stendhal, ma con maggiore consapevolezza e lucidità teorica, Balzac porta avanti la realizzazione di un tipo di romanzo - il romanzo sociale - che costituisce una delle più importanti  novità letterarie dell'Ottocento : la verità  e la plausibilità dei personaggi ormai derivano solo dalla carica di connotazioni sociali  che essi hanno, dalla definizione dei rapporti e dei problemi che il contesto sociale in cui vivono  ( il famoso milieu) pone loro , condizionandoli  e formandoli in quel modo e non altrimenti.

2)  l'impegno di rendere con la maggiore evidenza la dimensione sociale dei protagonisti porta Balzac a un'attenzione  estrema per gli elementi  esterni, oggettivi, in mezzo ai quali  quel personaggio vive quasi impregnandosene  e nel contempo impregnandoli di sè. Deriva  da ciò quello che Auerbach ha definito il realismo atmosferico di Balzac: "ogni spazio si tramuta per lui in atmosfera morale e sensibile di cui si imbevono  il paesaggio la casa I mobili le suppellettili gli abiti I corpi il carattere il comportamento il sentire l'agire  e la sorte degli  uomini, e in cui  poi la situazione storica generale  a sua volta  appare come un'atmosfera totale abbracciante tutti I singoli spazi di vita".

3) ma anche se l'operazione  suddetta è fondamentale nella narrativa di Balzac  e dà luogo  a esiti artistici notevolissimi,  non è l'unico mezzo in cui l'autore si serve per realizzare il romanzo sociale : egli va ben oltre . E cioè : della società del suo tempo, dei meccanismi  che la regolano  - l'onnipotenza  del denaro, il profitto e l'accumulazione - egli dà  con un'inesauribile  descrizione di situazioni di affari, di raggiri  di vicende familiari, un quadro straordinariamente  mosso e pullulante dei più vari personaggi : la cui  validità artistica  è data proprio dalla loro "tipicità, cioè dall'essere  pienamente  rappresentativi  ed emblematici di atteggiamenti  e comportamenti di una comunità sociale. Capita così che Balzac che in politica era arroccato su posizioni reazionarie  e vagheggiava ritorni legittimistici e autoritari, nella sua opera, per analisi  inclemente che fa della società contemporanea, diventa un autore  la cui carica progressista e rivoluzionaria - nel  senso della demistificazione e dell'accusa nei riguardi  dei valori borghesi - è  di gran lunga superiore a quella di tanti altri narratori di ieri e di ogni che ritengono che bastino  la professione di fede progressista come salva condottto per un'arte necessariamente rivoluzionaria . Fu Engels a porre in una famosa pagina questo  problema che ancora oggi è oggetto di intenso dibattito .

4) Muovendo da premesse così ambiziose (rappresentare tutta la varietà delle specie umane)  Balzac crea centinaia di personaggi " fa concorrenza allo stato civile "( come  è stato argutamente detto)  e dà alla sua opera un carattere ciclico : da un romanzo all'altro  c'è un ritorno di certi personaggi  la cuoi personalità quindi si arricchisce progressivamente.

Un museo vivente

Che con una tale vastità di impianto Balzac dovesse cedere a forzature, a toni  melodrammatici ad amplificazione retoriche o ad elucubrazioni  sociologiche (con le quali frequentemente commenta e idealizza le vicende che narra) era inevitabile. Ma indiscutibilmente La commedia Umana  è la testimonianza di un museo vivente di un secolo francese  dalla generazione del 1789 a quella che, nata con l'inizio del secolo , ha trent'anni nel 1820 e incontra  la grande frattura nel 1850 (A. Thibaudet) un museo vivente che per la sua ampiezza e varietà non trova confronti nella narrativa europea e che è stato un necessario punto di  riferimento e una lezione per quanti (da Zola a Tolstoj da Mann a Proust) hanno concepito il romanzo come grandioso affresco della poliedricità dell'epoca.