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martedì 25 marzo 2025

ballata e commento di La Belle Dame sans Merci di John Keats

 

"La Belle Dame sans Merci" – John Keats

Testo Completo (in Inglese)

O what can ail thee, knight-at-arms,
Alone and palely loitering?
The sedge has withered from the lake,
And no birds sing.

O what can ail thee, knight-at-arms,
So haggard and so woe-begone?
The squirrel’s granary is full,
And the harvest’s done.

I see a lily on thy brow
With anguish moist and fever dew,
And on thy cheeks a fading rose
Fast withereth too.

I met a lady in the meads,
Full beautiful—a faery’s child,
Her hair was long, her foot was light,
And her eyes were wild.

I made a garland for her head,
And bracelets too, and fragrant zone;
She look’d at me as she did love,
And made sweet moan.

I set her on my pacing steed,
And nothing else saw all day long,
For sidelong would she bend, and sing
A faery’s song.

She found me roots of relish sweet,
And honey wild, and manna dew,
And sure in language strange she said—
‘I love thee true’.

She took me to her Elfin grot,
And there she wept, and sigh’d full sore,
And there I shut her wild wild eyes
With kisses four.

And there she lullèd me asleep
And there I dream’d—Ah! woe betide!—
The latest dream I ever dream’d
On the cold hill’s side.

I saw pale kings and princes too,
Pale warriors, death-pale were they all;
They cried—‘La Belle Dame sans Merci
Thee hath in thrall!’

I saw their starved lips in the gloam,
With horrid warning gapèd wide,
And I awoke and found me here,
On the cold hill’s side.

And this is why I sojourn here,
Alone and palely loitering,
Though the sedge is wither’d from the lake,
And no birds sing.


Commento alla Ballata

"La Belle Dame sans Merci" è una ballata romantica e malinconica scritta da John Keats nel 1819. Il titolo, in francese, significa "La bella dama senza pietà", ed è ispirato a una tradizione medievale di storie d’amore fatali e soprannaturali.

Temi Principali

  1. Amore e Inganno
    La poesia racconta la storia di un cavaliere che incontra una donna misteriosa, bellissima e fatale, che sembra innamorarsi di lui. Tuttavia, alla fine, si scopre che lei lo ha ingannato o, forse, semplicemente abbandonato. La figura della "femme fatale" è tipica della letteratura romantica e gotica.

  2. Sovrannaturale e Mistero
    La donna è descritta come una creatura magica, una fata (faery’s child), che porta il cavaliere in un mondo incantato, ma alla fine lo lascia solo e disperato. Il sogno del cavaliere, in cui vede altri uomini sconfitti dall’amore della dama, aggiunge un elemento di fatalismo e dannazione.

  3. Morte e Decadenza
    L’ambiente della poesia è cupo e invernale: il lago è secco, gli uccelli non cantano. Questo simboleggia la solitudine e il dolore del cavaliere, che sembra destinato a vagare senza pace. Il linguaggio gotico e malinconico evoca un senso di morte e perdita.

Struttura e Stile

La ballata è composta da dodici strofe di quattro versi (quatrains) con un ritmo semplice e musicale (ABCB), tipico delle ballate tradizionali. L'uso della ripetizione ("And no birds sing") e delle immagini visive forti ("I see a lily on thy brow") crea un’atmosfera inquietante e sospesa tra sogno e realtà.

Interpretazione

La poesia può essere letta in diversi modi:

  • Una metafora dell'amore distruttivo: la dama rappresenta l’illusione dell’amore perfetto, che poi si rivela ingannevole e lascia il cavaliere in rovina.

  • Un’allegoria sulla condizione umana: Keats, che era malato di tubercolosi, potrebbe aver proiettato nel cavaliere la sua stessa sensazione di fragilità e di sconfitta davanti alla vita.

  • Un racconto gotico-romantico: il cavaliere, come in molte leggende medievali, è vittima di un incantesimo e rimane intrappolato in un destino senza via d’uscita.

Conclusione

"La Belle Dame sans Merci" è una delle poesie più celebri di Keats e un capolavoro del Romanticismo. Con il suo tono malinconico e il suo simbolismo ricco di suggestioni, continua ad affascinare i lettori e a ispirare interpretazioni diverse.

venerdì 10 giugno 2016

John Keats

John Keats

Vita

Anche  John Keats, come gli altri poeti del secondo Romanticismo  inglese ebbe una vita tragicamente breve e intensa, anzi ancora più tragica e strozzata : non conobbe la varietà di esperienze e la fama che pur toccarono a Byron e, in misura minore a Shelley
Nato nel 1795 a Londra da umile famiglia e indirizzatosi alla medicina, l'abbandonò per la poesia : la morte del fratello da lui amorosamente assistito, un'angosciosa esperienza amorosa  e una malattia incurabile contrassegnarono la sua vita
Si spense a 26 anni  nel 1821 a Toma dove era venuto, sperando in un miglioramento della sua salute
Keats esordì nel 1817 con una raccolta di poesie  che fu accolta duramente della critica, e dopo, con un ambizioso poema di ispirazione mitologica  Endimione
Ma in poco meno di due anni (1818-20) raggiunse una straordinaria maturità  e realizzò quelli che, in assoluto, nell'area inglese, sono gli esiti più alti della lirica romantica : Iperione e le Odi  : A usignolo, A urna greca, Alla malinconia, All'Autunno

La classicità

Ciò che distingue la poesia di Keats nel contesto della lirica romantica inglese è la predilezione evidente sin dagli esordi per il mondo classico (soprattutto greco) spiegabile con motivazioni sia culturali (gli orientamenti neoclassici collegate alla già illustrata linea Goethe) che  pratiche (l'entusiastico interesse che avevano suscitato le sculture del Partenone che Lord Elgin aveva venduto al governo inglese ed erano state collocate al British Museum  proprio nel 1816) Inoltre orientandosi  verso il lontano mondo classico  Keats non faceva altro che  dare una particolare direzione  a quell'esotismo - che nella  produzione romantica  si è già chiaramente manifestato : da Chateaubriand a Byron - nel quale convergevano desiderio di evasione dalla realtà, vagheggiamenti  del passato (un certo Medioevo di maniera), suggestioni  di colore orientale (le novelle in versi di Byron)
Ma in tutto questo - che finora non è altro che l'aspetto esterno, il tributo  che il poeta paga al gusto del suo tempo - va inserita la specifica novità di Keats
E cioè il mondo classico nella sua fantasia si configura come momento ottimale della realizzazione della Bellezza (con la maiuscola)  attraverso l'arte
Questa contemplazione e questo  struggente vagheggiamento  dell'arte classica non restano chiusi entro i confini di un compiacimento estetizzante, fine a ses tesso, ma si sviluppano  in una posizione etica : è attraverso quella cotemplazione  che si può superare  l'angoscia della condizione dell'uomo  la precarietà della sua esistenza che trascorre tutta sotto i segno dell'effimero
L'arte eternatrice della bellezza è la vittoria su tutto  questo : dimensione estetica e dimensione morale coincidono
E' la foscoliana  conquista dell' aurea beltade ond'ebbero  / ristoro unico ai mali / nate a vaneggiar menti mortali

... la natura

L'altro polo di attrazione oltre la classicità  è per Keats come per gli altri romantici  inglesi, la natura
Alla quale egli si accosta  quasi con un culto della sensazione  con una disposizione di struggente tenerezza quasi femminea
per ricavarne immagini di bellezza per rifare cioè nell'hic et nunc  quell'operazione  che era stata realizzata dai tanti ammirati artisti della grecità  : tradurre la contingenza delle stagioni  e delle ore in una dimensione di assoluto e di eterno