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venerdì 17 giugno 2016

Alphonse de Lamartine

Alphonse de Lamartine


Vita

Con le meditazioni poetiche nel 1820 Lamartine conquista  d'un tratto la fama e dà inizio per un ormai acquisito  riconoscimento  critico della poesia romantica francese
Aveva trant'anni (era nato ne 1790) ed era entrato nella carriera diplomatica
Nel 1830  pubblica le Armonie poetiche e religiose e si dedica alla politica Eletto deputato si fa sostenitore di posizioni liberali e filantropiche 
Nel 1848  partecipa al governo repubblicano  ma dopo il colpo di stato di Napoleone III deve affrontare l'isolamento  prima e la miseria dopo
Muore solo e da sopravvissuto sul piano artistico nel 1869

Gli orizzonti tematici

Nella vasta produzione di Lamartine non è arbitrario  rinvenire una linea uno sviluppo che potremmo  definire di progressivo ampliamento di orizzonti poetici  in una direzione  che dall'iniziale soggettivismo  si allarga via via sino a comprendere una tematica largamente religiosa e meditativa
Le Meditazioni, incentrate in gran parte su una dolorosa esperienza sentimentale dell'autore, rappresentano la realizzazione poetica  di quegli orientamenti romantici  più specificamente volti alla scoperta e all'enfatizzazione dell'io . "Le Meditazioni giunsero al momento  opportuno. La generazione del 1820 stanca o priva di slanci  eroici, dedita alle reveries, aspettava il poeta di genio che avrebbe saputo esprimere le sue tendenze profonde : le Meditazione colmarono quell'attesa. In queste  elegie melodiose e pure, innumerevoli lettori ritrovarono i loro stati d'animo : vaga malinconia , disincanto; ma  nel contempo esaltazione e aspirazioni mistiche. Uno spirito nuovo animava  la poesia. Quarantacinque anni  dopo Sainte Beuve  doveva celebrare la pubblicazione come una delle più grnadi  date della letteratura: era una rivelazione" (Castez Surer)
Nelle armonie poetiche e religiose  del 1830 l'orizzonte, la disposizione  lirico- sentimentale  si amplia ed accoglie una (sia pur vaga) dimensione  religiosa, l'ansia di un inserimento di una propria vicenda  in una prospettiva più generale.
Con l'esperienza  della militanza politica dopo il 1830 Lamartine si assume quasi un ruolo  die poetico cantore del destino dell'uomo  prima con una accentuazione religiosa, (e il caso del poema Jocelyn del 1836 nel qual la vicenda dell'omonimo protagonista, sacerdote ai tempi della Rivoluzione, simboleggia  il cammino  dell'anima  verso Dio  attraverso la rinuncia e la sofferenza); dopo, con una  più evidente  ispirazione sociale  o comunque umanitaria  è il caso dei Raccoglimenti del 1839  in un cui lirica Utopia , che ebbe  larga eco  il peta proclama la sua fede  nel genio umano celebra i tempi nuovi nei quali  regnerà la fede evangelica insistendo però sulla necessità di non aspirare con troppa impazienza a un avvenire verso il quale si deve marciare con calma e fiduciosa decisione" (P. G. Castex-P. Surer)

Ambivalenza dei moduli poetici

Nella prefazione alle Meditazioni, Lamartine si vantava di "aver fatto scendere, per primo, la poesia  dal Parnaso  e di aver dato alla cosiddetta musa, al posto di una convenzionale lira a sette corde, le intime fibre del cuore dell'uomo, toccate e mosse dagli innumerevoli fremiti dell'anima e della natura". Ci sono, in questa dichiarazione, un'enunciazione di poetica e un lucido giudizio che vale anche per la produzione successiva alle Meditazioni. Lamartine  ha effettivamente liberato la poesia dagli orpelli  classicistici e dalle strettoie formali; è poeta sincero e generoso ma queste caratteristiche applicate alla poesia sono ambivalenti  e pericolose : il loro  approdo all'eloquenza, la fluidità della sua religiosità o delle sue istanze sociali espresse nella citata Utopia).
Certo Lamartine , negli anni venti e trenta (non oltre) dell'ottocento  fu poeta di larghissimo successo, ma con un sospetto  di gradevolezza mondana, cui non era estranea la sua capacità di sfumare i contorni e conciliare gli opposti.
Che la generazione romantica degli anni venti si sia riconosciuta in Lamartine è vero; ma è altrettanto vero che  tutta la grande poesia posteriore francese è nata dalla reazione antilamartiniana  e prprio a una componente di fondo della sua poetica - l'eloquenza - un nume  tutelare della poesia moderna Paul Verlaine raccomanderà di torcere il collo.