Un mito esemplare
Dei poeti della seconda generazione romantica - Byron, Shelley, Keats - Byron che ha esercitato il più largo influsso, di gran lunga superiore agli esiti artistici da lui raggiunti nel mito Byronche suggestionò le generazione romantiche europee ( E' il Bonaparte della poesia disse di lui un esponente francese di quella generazione : Charles de Renusat) ebbero funzione determinate le vicende della sua vita di ribelle di disperato solitario, di innamorato deluso e tuttavia sempre pronto a ricominciare e a bruciarsi di patriotaE d'altra parte Byron fu, nella commistione far letteratura e vita che lo caratterizza il più europeo dei poeti inglesi : incarnò nella concretezza di una vicenda biografica, quell'eroe romantico che non in Inghilterra ma nell'Europa continentale - attraverso i Werther i Renè e gli Obermann, gli Ortis - era stato elaborato sul piano della creazione letteraria
E' assai significativo che persino un Goethe non sfuggì a queste suggestioni e nel Faust, nell'episodio di Euforione , celebrò anche il mito Byron
Vita
Nato a Londra nel 1788 Lord George Gordon Byron esordì a 18 anni come poeta insofferente della vita aristocratica, intraprese viaggi in Spagna, in grecia e in Oriente e al ritorno nel 1812 pubblicò i primi due canti del Pellegrinaggio di Aroldo il poema che gli avrebbe dato enorme popolaritàAbbandonato dalla moglie nel 1816 dopo appena un anno di matrimonio viaggiò in Svizzera e in Italia : a Venezia visse un periodo di sfrenata mondanità, sulla scena di palazzo Mocenigo dove dimorò fra servitori, cani, scimmie ed uccelli, un lupo e una volpe come un principe orientale o un raffinato decadente annoiato; a Pisa fu in contatto con Shelley, nel 1819 ebbe una relazione con Teresa Guiccioli e tramite l'amicizia del fratello di costei entrò nella carboneria e fornì armi e denaro per la causa dell'indi pendenza italiana
Dopo breve soggiorno a Genova nel 1823 accettò con entusiasmo di far parte di un comitato per l'indipendenza greca, ma l'esperienza di combattente per la libertà gli fu negata; morì di febbre appena arrivato a Missolungi nell'aprile del 1824
Esotismo e enfatizzazione romantica
Oltre al Pellegrinaggio di Aroldo già citato Byron pubblicò guadagnandosi via via fama sempre più larga novelle in versi (Il giaurro 1813; il corsaro 1814; Parisina 1816); drammi (Marino Faliero, Sardanapalo, Caino ) e poemi tra i quali il Don Giovanni (composto negli anni 1819-1824) è il più notevole perché è l'unica opera nella quale gli abituali toni byroniani cedono il posto a una disposizione scettica e ironica (anche auto-ironica) a un'amara saggezza fatta a volte di irrisione a volte di distaccoMa a parte il Don Giovanni in un giudizio complessivo su una produzione così vasta pur nella inevitabile varietà degli esiti, due caratteristiche di fondo vanno rilevate
1) Il gusto per l'esotismo per soggetti e intrecci orientali e barbarici per un particolare colore col quale vengono presentati paesaggi intrighi e violenze
Si tratta di un motivo che finora timidamente presente ( si pensi a Coleridge) prenderà via via sempre più consistenza nelle letterature europee (le Orientali di Victor Hugo, certi compiacimenti dei poeti parnassiani Salambo e Erodiade di Flaubert, le predilezioni dei decadenti )
2) L'accentuazione dei toni passionali, frequentemente melodrammatici : la ribellione alla società, la tragicità delle aggrovigliate vicende la fatalità della passione sono le situazioni tipiche della produzione byroniana
Ma quello che il lettore di oggi sente come mancanza di senso delle proporzioni,, come discutibile ricerca di effetto era, per il lettore contemporaneo, un ulteriore apporto al mito Byron