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giovedì 9 giugno 2016

George Byron

George Byron

Un mito esemplare

Dei poeti della seconda generazione romantica - Byron, Shelley, Keats - Byron che ha esercitato il più largo influsso, di gran lunga superiore  agli esiti artistici da lui raggiunti  nel mito Byronche suggestionò le generazione romantiche europee ( E' il Bonaparte della poesia  disse di lui un esponente francese di quella generazione : Charles  de Renusat) ebbero funzione determinate le vicende della sua vita di ribelle di disperato solitario, di innamorato deluso  e tuttavia sempre pronto a ricominciare e a bruciarsi di patriota
E d'altra parte Byron fu, nella commistione far letteratura e vita che lo caratterizza il più europeo dei poeti inglesi  : incarnò nella concretezza di una vicenda biografica, quell'eroe romantico che non in Inghilterra ma nell'Europa continentale - attraverso i Werther i Renè e gli Obermann, gli Ortis - era stato  elaborato sul piano della creazione letteraria
E' assai significativo che persino un Goethe non sfuggì a queste suggestioni e nel Faust, nell'episodio di  Euforione , celebrò  anche il mito  Byron

Vita

Nato a Londra nel 1788 Lord George Gordon Byron esordì a 18 anni come poeta insofferente della vita aristocratica, intraprese viaggi in Spagna, in grecia e in Oriente e al ritorno nel 1812 pubblicò i primi due canti del Pellegrinaggio di Aroldo  il poema che gli avrebbe dato enorme popolarità
Abbandonato dalla moglie nel 1816 dopo appena un anno di matrimonio viaggiò in Svizzera e in Italia  : a Venezia visse un periodo di sfrenata mondanità, sulla scena di palazzo Mocenigo  dove dimorò fra servitori, cani, scimmie ed uccelli, un lupo e una volpe come un principe orientale o un raffinato decadente annoiato; a Pisa  fu in contatto con Shelley, nel 1819 ebbe una relazione con Teresa Guiccioli e tramite l'amicizia del fratello di costei  entrò nella carboneria e fornì armi e denaro per la causa dell'indi pendenza italiana
Dopo breve soggiorno a Genova nel 1823 accettò con entusiasmo  di far parte di un comitato per  l'indipendenza greca, ma l'esperienza di combattente per la libertà gli fu negata; morì di febbre appena arrivato a Missolungi  nell'aprile del 1824

Esotismo e enfatizzazione romantica

Oltre al Pellegrinaggio di Aroldo  già citato  Byron pubblicò guadagnandosi   via via fama sempre più larga novelle in versi (Il giaurro 1813; il corsaro 1814; Parisina 1816); drammi (Marino Faliero, Sardanapalo, Caino ) e poemi  tra i quali il Don Giovanni (composto negli anni 1819-1824) è il più notevole perché  è l'unica opera nella quale gli abituali toni byroniani cedono il posto a una disposizione scettica e ironica (anche auto-ironica)  a un'amara saggezza  fatta a volte di irrisione a volte di distacco
Ma a parte il Don Giovanni in un giudizio  complessivo  su una produzione  così vasta pur nella inevitabile varietà  degli esiti, due caratteristiche  di fondo vanno rilevate
1) Il gusto per l'esotismo  per soggetti e intrecci orientali e barbarici per un particolare colore col quale vengono presentati  paesaggi intrighi e violenze
Si tratta di un motivo che finora timidamente presente ( si pensi a Coleridge) prenderà via via sempre più  consistenza nelle letterature  europee (le Orientali di Victor Hugo, certi compiacimenti  dei poeti parnassiani Salambo e Erodiade  di Flaubert, le predilezioni  dei decadenti )
2)  L'accentuazione dei toni passionali, frequentemente  melodrammatici : la ribellione alla società, la tragicità  delle aggrovigliate  vicende  la fatalità della passione sono le situazioni tipiche della produzione byroniana
Ma quello che il lettore di oggi sente come mancanza di senso delle proporzioni,, come discutibile ricerca di effetto  era, per il lettore contemporaneo, un ulteriore apporto al mito Byron