Con Novalis il primo romanticismo tedesco attinge specie nella poesioa i suoi migliori risultati
Formatosi nel circolo di Jena dove frequentò Fichte e i fratelli Schlegel, Friedrich Leopold von Hardenberg noto con lo pseudonimo di Novali, ebbe nella sua breve esistenza (1772-1801) una dolorosa esperienza che condizionò fortemente la sua psicologia e la sua arte : l'amore databile intorno al 1795 per una giovinetta dodicenne Sophie che due anni dopo sarebbe morta
Esperienza biografica e misticismo
Alla base degli Inni alla notte scritti nel 1797 ma pubblicati nel 1800), la più alta prova lirica di Novalis, c'è la trasfigurazione di questa esperienza che nella realtà già configurava coi connotati di uno dei miti "amore e morte più tipicamente romanticiTemi dominanti sono la struggente nostalgia verso la donna amata e perduta, il desiderio di attingere nell'aldilà la vera vita l'abbandono fantastico della realtà terrestre
Gli inni, scritti parte in versi e parte in prosa ritmica sono sei m legati da un certo interno rapporto : "il poeta dopo aver accennato alla bellezza della luce e al giorno - simbolo, per lui, del caduco, del finito - si rifugia in seno alla notte. Qui si placa ogni desiderio, il finito si fa infinito, l'uomo si indìa, tutto ciò che fu perduto in tempo - Sophie e con essa la vita stessa- ritorna; il sacro rito d'amore si compie. Chi per una sola volta ha gustato la dolcezza della notte, altro non desidera che il ritorno di una notte che non abbia fine. Vano è il richiamo della vita e della luce, vano ogni altro legame
La vera patria, il cielo, attende Un'ebrezza d'amore accompagna in questo viaggio La vita nostra, quella della natura è sottoposta ad un fato, è dominata dall'angoscia della fine
Il sentimento cristiano della vita, il mito cristiano hanno redento l'umanità da questa paura
L'uomo si fa Dio, il finito e la morte è all'inizio di un'eternità e di vita e di amore "
Non si può certo negare che gli Inni siano animati da una forte componente religiosa o più precisamente mistica che spinge il poeta, per così dire, a travalicare la realtà, a sentirla come antefatto, come limite che solo l'intensità del sentire, la esperienza, un dominio che poi non significa altro che la scoperta e la comunione col fondo segreto, con la verità ultima delle cose
In questo atteggiamento di Novalis ha notevolmente influito la filosofia di Fichte e la particolare soluzione da lui data al rapporto fra l'io e il non io ma ciò che qui ci preme sottolineare è la vocazione a dissolvere e nel contempo a sovraccaricare la realtà a farla lievitare attribuendo al comune senso più elevato un'apparenza misteriosa al noto la dignità dell'ignoto
E' evidente, cioè - già sin dal suo primo poeta esemplare - quella componente onirico-visionaria che, tipica del romanticismo tedesco si ritroverà in parecchi altri autori , ma soprattutto Hoffmann -sia pure con moduli e temi ben diversi da quelli di Novalis - si scatenerà senza riserve
La dignità dell'ignoto
quanto si è detto trova ampi a testimonianza nel romanzo incompiuto Enrico di Ofterdingen (iniziato nel 1799) nel quale la narrazione delle vicende del protagonista, un poeta dl Minnesang (il suo girovagare, i suoi incontri con guerrieri mercanti e minatori, la sua esperienza dell'amore e della morte dell'amata) si traduce per Novalis in un'autobiografia o comunque in un Bildungsroman , cioè nella descrizione di una formazione spirituale e poeticaMa la nota fondamentale del romanzo è proprio il processo di trasfigurazione della realtà e della vita, la dimensione simbolica e misteriosa che l'ordinario vi assume
Il romanzo si pone come opposizione al Wilhelm Meister, come esaltazione del fantastico e abbandono all'immaginazione di contro al conquistato equilibrio e alla serena saggezza goethiana
Il tutto sullo sfondo di un medioevo che ha perso ogni sua credibile connotazione storica ed è diventato già un mito romantico; quel medioevo che nel saggio Europa o la cristianità (1799) - un testo fondamentale per la storia della cultura e del gusto romantici - Novalis aveva additato come momento ideale della civiltà europea e come condizione storico-spirituale