Vita di Alfred de Vigny
Il poeta romantico francese che ha certamente realizzato i più duraturi risultati artistici nacque da nobile famiglia nel 1797 e da giovane si indirizzò alla carriera militare che dopo una decina di anni abbandonò per dedicarsi ai contatti con i circoli romantici e all'attività poetica. Dagli avvenimenti politici del suo tempo ricava più turbamenti e delusioni che entusiasmi. Nel 1830 pur deprecando la politica di Carlo X non riesce a superare una posizione piuttosto nostalgica di legittimismo monarchico nel 1848 (interessatosi intanto al socialismo utopistico di Saint-Simon e al cattolicesimo liberale di Lammenais) accoglie con entusiasmo la rivoluzione e si presenta deputato ma senza successo.Turbato inoltre da tristi vicende familiari si ritira in campagna dove trascorre in solitudine i suoi ultimi anni sino alla morte nel 1863.
temi romantici e rigore classico
La produzione poetica di De Vigny è affidata oltre che alla raccolta dei Poemi antichi e moderni del 1826 nella quale confluirono le Poesie pubblicate anonime nel 1822 ai Destini iniziati nel 1838 ma pubblicati postumi nel 1864. Fra gli scritti in prosa (il romanzo storico Cinque Marzo 1826, le tre novelle di Stello 1832 i racconti di Servitù e Grandezza Militari 1835) notevole interesse presenta per la storia intima dell'autore Il giornale del poeta pubblicato postumo nel 1867. Nel teatro riprese secondo il gusto romantico temi shakespeariani (Otello 1829) e tentò il dramma storico ma nel suo capolavoro (e uno dei testi più interessanti del teatro romantico) è Chatterton del 1835 la storia di un giovane poeta inglese che, umiliato e offeso dal mondo che non ha alcuna stima né alcun bisogno di poesia, finisce per suicidarsi.Ha scritto uno dei più autorevoli e severi critici francesi, Albert Thibaudet "la gloria di Vigny non conobbe alti e bassi come avvenne invece a Lamartine e Victor Hugo. E' rimasta uguale e pura.
Dei suoi grandi poemi i grammatici hanno potuto discutere la lingua, ma della loro poesia nulla è invecchiato."
Vediamo come mai ciò sia avvenuto. I temi affrontati da Vigny sono tutto sommato perfettamente inseribili nel gusto e nelle predilezioni romantiche nello Chatterton il conflitto dell'artista con la società, la sua condizione di esiliato e di paria; nelle liriche dei Destini l'esperienza dello scacco e del dolore come ineliminabile componente della condizione umana, la solitudine dell'uomo, la valorizzazione della poesia e dell'arte come manifestazione dello Spirito destinato un giorno a trionfare (Lo spirito puro). Ma quello che distingue Vigny dai suoi contemporanei dai Lamartine e dagli Hugo e motiva la constatazione di Thibaudet è la tensione espressiva il magistero formale con l quale il poeta rende questa tematica. De Vigny è un poeta di classico rigore; i compiaciuti abbandoni e l'auto compianto lamartiniani da un lato e la sonorità magniloquente e l'effusione comiziesca vittorughiane dall'altro gli sono completamente estranei. E poiché linguaggio e ideologia sono interdipendenti (verità ovvia che è sempre bene richiamare) questo particolare esito formale e da riportare alla severità della sua ideologia, al pessimismo che non cerca facili consolazioni alla sua stoica accettazione della condizione umana. "Il mondo di Vigny" scrive ancora Thibaudet "è un mondo senza Dio, la coscienza di Vigny è la tragica coscienza senza Dio , che lo porta alla disperazione ma una disperazione attiva che in lui, silenzioso, è la disperazione de Taciturno : no c' bisogno di speranza per agire. L'impresa sussiste al di fuori della speranza".