Puskin superò dopo le esperienze iniziali i miti romantici e byroniani e con una personalissima soluzione nell'Eugenio Oneghin riuscì a rappresentare in controluce in un difficile equilibrio tra adesione e ironia, l'eroe romantico e il se stesso che una volta si era atteggiato a eroe romantico . Lermontov invece non uscì da quei moduli e dal sentire romantico: li visse sul piano biografico (1814 - 41) e li descrisse a livello artistico con un'intensità e un'adesione che fanno di lui il più emblematico artista romantico della letteratura russa.
Tre situazioni romantiche
L'adesione di Lermontov alla tematica romantica si realizza nella presentazione di tre condizioni umane riportabili tutte entro le suggestioni dei più rappresentativi esempi europei: quella del demone quella del solitario che per il disprezzo verso i suoi simi li e per la logorante autoanalisi si è ridotto a una condizione di aridità e incapacità di adesione della vita. Quella del prigioniero che costretto a una vita non sua riesce però ad evadere e a vivere almeno per un momento in una dimensione di liberà e autenticità.La prima è rappresentata nel poema Il demone pubblicato postumo ma già completato nel 1838 nel contesto paesistico della natura caucasica mirabilmente rappresentata si inserisce la storia di questo demone (soprannaturale incarnazione del male angelo caduto solitario e triste) del suo amore per la bellissima Tamara della quale con il suo bacio di morte provoca la fine. Più che la vicenda conta in questa opera la ripresa a tutto volume di quel filone demoniache che, fatto di suggestioni ribellistiche che d Satana miltoniano erano passate a Byron) e di contaminazioni tra fascino del male e ansie di assoluto sarebbe poi arrivato sino al Decadentismo.
La seconda ha il suo testo in Un eroe del nostro tempo (184o), una raccolta di cinque racconti incentrati sulle vicende e sulle diaristiche annotazione di Pecorin, deluso e triste, lucido giudice della sua incapacità di affetti, che a conclusione di una delle sue pagine annota : val la pena vivere ? Eppure si vive; così per curiosità, aspettando qualche cosa di nuovo. E' ridicolo., irrita.
Ne Il Novizio (1840) trova espressione la terza delle situazioni accennate: siamo sempre nell'ambito di orientamenti e gusti romantici ma al posto della tenebrosità del Demone o dell'analisi del fallimento esistenziale di Pecorin qui ci sono il tormento di una vita sentita come il carcere l'ansia di libertà la fugace e pur intensa realizzazione di questa liberà motivi nei quali Lemortov raggiunge risultati altamente suggestivi.