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martedì 25 novembre 2025

Nikolaj Gogol

 

Nikolaj Gogol', lo scrittore russo: vita, opere e stile

Nikolaj Vasil'evič Gogol' (1809-1852) è uno dei pilastri della letteratura russa del XIX secolo, spesso considerato il padre del realismo russo e un precursore del realismo magico. Nato in Ucraina da una famiglia di piccoli proprietari terrieri, la sua opera mescola satira feroce, elementi fantastici e una profonda critica alla società zarista, esplorando la mediocrità umana e la burocrazia oppressiva. Influenzato dal folklore ucraino e dalle sue esperienze a Pietroburgo, Gogol' ha influenzato generazioni di scrittori, da Dostoevskij a Kafka. Di seguito, un'analisi strutturata della sua vita, opere principali e stile letterario, basata su fonti storiche e critiche.

Vita

Gogol' nacque il 20 marzo 1809 (o 19 secondo il calendario giuliano) nel villaggio ucraino di Soročincy, vicino a Poltava, in una famiglia di origini cosacche. Suo padre era un piccolo scrittore di commedie in ucraino, mentre la madre era profondamente religiosa, instillando in lui un misticismo tormentato che lo segnò per tutta la vita. Trascorse l'infanzia immerso nel folklore ucraino, tra storie di streghe e cosacchi, che influenzarono le sue prime opere.

Nel 1828 si trasferì a Pietroburgo per inseguire una carriera burocratica e letteraria, ma fallì come attore e impiegato, vivendo in povertà e delusione. Lavorò in vari ministeri, esperienza che gli fornì materiale per satire sulla burocrazia. Nel 1829 pubblicò il primo poema epico Hans Küchelgarten sotto pseudonimo, ma lo ritirò dalla circolazione dopo le critiche negative, bruciando le copie. Il successo arrivò con le Veglie alla fattoria presso Dikan'ka (1831-1832), che lo resero noto.

Nel 1834 divenne professore di storia all'Università di Pietroburgo, ma fu licenziato per incompetenza. Frequentò circoli intellettuali, tra cui Puškin, che lo incoraggiò. Nel 1836 la prima di L'ispettore generale provocò scandalo: accusato di offendere lo zar, Gogol' fuggì all'estero, stabilendosi a Roma e viaggiando in Germania, Francia e Israele. Influenzato dalla madre, visse una crisi mistica: nel 1848 compì un pellegrinaggio a Gerusalemme, ma tornò deluso.

Negli ultimi anni, tormentato da sensi di colpa religiosi e depressione, bruciò il manoscritto della seconda parte de Le anime morte (1842), la sua opera magna. Morì a Mosca il 21 febbraio 1852, a soli 42 anni, dopo un digiuno estremo imposto dal suo confessore, forse per tubercolosi o disturbi mentali. Fu sepolto nel cimitero Novodevičij; la sua morte prematura e i suoi gesti eccentrici (come bruciare opere) lo resero un mito.

Opere principali

Gogol' scrisse racconti, romanzi, commedie e saggi, evolvendo dal folklore romantico alla satira realistica. Le sue opere criticano la corruzione russa, mescolando umorismo grottesco e pathos tragico. Ecco una tabella con le principali:

OperaAnnoGenereDescrizione breve
Veglie alla fattoria presso Dikan'ka1831-1832Raccolta di raccontiStorie folkloristiche ucraine con elementi fiabeschi, come La notte prima di Natale e La terribile vendetta. Celebra l'allegria cosacca contro la società oppressiva.
Mirgorod1835Raccolta di raccontiInclude Taras Bul'ba, epopea cosacca su libertà e tradimento; mescola eroismo e grottesco.
Arabeschi1835Raccolta di saggi e raccontiSaggi su arte e storia; racconti come Il ritratto esplorano l'arte corrotta dal materialismo.
L'ispettore generale1836CommediaSatira sulla burocrazia: un avventuriero è scambiato per ispettore, rivelando corruzione e ipocrisia.
I racconti di Pietroburgo1835-1842Raccolta di raccontiCinque storie urbane: Il naso (un naso prende vita autonoma), Il diario di un pazzo (impiegato impazzisce per amore), Il cappotto (povero sarto rubato del suo unico bene). Critica la vita grigia pietroburghese.
Le anime morte1842Romanzo (incompleto)Epopea satirica: Čičikov compra "anime morte" (servi defunti) per frodi. Prima parte realistica e grottesca; seconda distrutta.

Altre opere minori includono Il mantello (variante di Il cappotto) e saggi come Il cappotto di Gogol' (citato da Dostoevskij: "Tutti noi siamo usciti dal cappotto di Gogol'"). La sua produzione riflette un'evoluzione: dal romanticismo ucraino alla denuncia sociale.

Stile

Lo stile di Gogol' è innovativo e ibrido, maestro del realismo con venature fantastiche, spesso definito "realismo grottesco" o precursore del magico. Non è mai oggettivo: oscilla tra ironia satirica, pathos e visionarietà, creando un "tappeto magico" di ironia e angoscia. Caratteristiche principali:

  • Grottesco e fantastico: Mescola realtà banale (burocrazia, mediocrità) con elementi surreali (oggetti animati, nasi viventi), generando pošlost' (volgarità desolante). Es. in Il naso, il quotidiano si deforma in incubo.
  • Satira sociale: Critica impietosa della Russia zarista, con personaggi "maschere" disgregate in dettagli fisici (abiti che "passeggiano" al posto degli uomini). La narrazione divaga con giudizi paradossali, contrastando le vere idee dell'autore.
  • Elementi linguistici: Iperboli, metafore audaci, sineddochi (parti per il tutto), illogicità sintattiche e nomi "strani" (es. omuncoli). Prosa incalzante, sonora e pittorica, con descrizioni maniacali abbandonate improvvisamente. La voce narrante è onnisciente ma ironica, coinvolgendo il lettore in un flusso caotico.
  • Influenze e dibattiti: Critici come Belinskij vedono un realismo filantropico (pietà per gli "umiliati e offesi"); i formalisti (Ejchenbaum) enfatizzano la forma innovativa. Gogol' usa il grottesco per denunciare, non solo divertire, influenzando il modernismo.

Gogol' rimane un autore enigmatico: la sua opera, nata da un mix di umorismo ucraino e misticismo ortodosso, cattura l'assurdità umana.

lunedì 14 luglio 2025

Thomas Mann

 

Thomas Mann, uno dei più importanti scrittori tedeschi del XX secolo:



🧑‍🎓 Thomas Mann – Vita in breve

  • Nome completo: Paul Thomas Mann

  • Nascita: 6 giugno 1875, Lubecca, Germania

  • Morte: 12 agosto 1955, Zurigo, Svizzera

🔍 Biografia essenziale

  • Proveniente da una famiglia borghese: il padre era commerciante e senatore; la madre aveva origini brasiliane.

  • Dopo la morte del padre, la famiglia si trasferì a Monaco di Baviera.

  • Studiò letteratura, storia, economia e lavorò anche come giornalista.

  • Si affermò presto come scrittore, noto per il suo stile raffinato, l’ironia e la profonda analisi psicologica e sociale.

  • Ostile al nazismo, emigrò nel 1933 negli Stati Uniti, dove ottenne anche la cittadinanza americana.

  • Dopo la guerra si trasferì in Svizzera, dove morì nel 1955.


📚 Opere principali

📘 1. I Buddenbrook (1901)

  • Romanzo d’esordio, lo rese subito famoso.

  • Racconta il declino di una famiglia borghese tedesca attraverso quattro generazioni.

  • Premio Nobel per la Letteratura nel 1929 anche per questo libro.

📘 2. La morte a Venezia (1912)

  • Racconto lungo, tra i suoi più celebri.

  • Un anziano scrittore si innamora (platonicamente) di un giovane ragazzo a Venezia.

  • Tema centrale: la decadenza, la bellezza, l’ossessione.

📘 3. La montagna incantata (1924)

  • Romanzo filosofico e simbolico, ambientato in un sanatorio nelle Alpi.

  • Riflessione sulla malattia, il tempo, la morte e la cultura europea.

📘 4. Giuseppe e i suoi fratelli (1933–1943)

  • Ciclo di quattro romanzi ispirati al racconto biblico di Giuseppe.

  • Grande ambizione stilistica e tematica.

📘 5. Doktor Faustus (1947)

  • Romanzo allegorico in cui la vicenda di un musicista è metafora della Germania nazista.

  • Fortemente influenzato dalla musica e dalla filosofia.

📘 6. L’elezione di Lucio (1951)

  • Ultimo romanzo completo, con elementi autobiografici e riflessioni religiose.


🏅 Riconoscimenti

  • Premio Nobel per la Letteratura (1929): per I Buddenbrook e la sua opera in generale.

  • Considerato un maestro del romanzo europeo moderno, al pari di Kafka, Joyce e Proust.


🧠 Temi ricorrenti nelle sue opere

  • Contrasto tra arte e vita borghese

  • Decadenza e malattia come metafore della società

  • Identità, omosessualità repressa, crisi morale

  • Riflessione sulla Germania e la cultura europea

mercoledì 21 maggio 2025

George Orwell

 Ecco una panoramica della vita, delle opere principali e dello stile di George Orwell, uno degli scrittori più influenti del XX secolo.



🧑‍🎓 Vita di George Orwell (1903–1950)

Nome vero: Eric Arthur Blair
Pseudonimo: George Orwell
Nascita: 25 giugno 1903, Motihari (India britannica)
Morte: 21 gennaio 1950, Londra (UK)

  • Nato in India da una famiglia anglo-indiana, Orwell fu educato in Inghilterra, frequentando l’Eton College.

  • Dal 1922 al 1927 fu agente della polizia imperiale britannica in Birmania, esperienza che lo segnò profondamente e lo rese critico del colonialismo.

  • Visse da senzatetto a Londra e Parigi, partecipò alla guerra civile spagnola combattendo con i repubblicani e si schierò sempre contro ogni forma di totalitarismo (sia fascista che comunista).

  • Morì a 46 anni di tubercolosi.


📚 Opere principali

1. "La fattoria degli animali" (1945) – Animal Farm

Favola allegorica sul potere e la corruzione. Gli animali di una fattoria si ribellano agli uomini per fondare una società egualitaria, ma i maiali prendono il potere instaurando una dittatura.

📌 Allegoria della rivoluzione russa e del regime stalinista.


2. "1984" (1949) – Nineteen Eighty-Four

Romanzo distopico ambientato in un futuro totalitario, dove il Partito domina ogni aspetto della vita e il "Grande Fratello" osserva tutto. Il protagonista, Winston Smith, cerca di ribellarsi alla manipolazione del pensiero e della verità.

📌 Critica feroce al totalitarismo, alla sorveglianza di massa e alla manipolazione linguistica.


3. "Omaggio alla Catalogna" (1938) – Homage to Catalonia

Resoconto autobiografico della sua partecipazione alla guerra civile spagnola. Mostra il suo impegno politico e la disillusione verso il comunismo autoritario.


4. "Senza un soldo a Parigi e Londra" (1933) – Down and Out in Paris and London

Racconto autobiografico in cui descrive la povertà vissuta nelle due capitali europee, denunciando le condizioni sociali dei senzatetto e dei lavoratori sfruttati.


5. "Giorni in Birmania" (1934) – Burmese Days

Romanzo critico verso il colonialismo britannico, ispirato alla sua esperienza di poliziotto in Asia.


✍️ Stile e tematiche

  • Chiaro e diretto: Orwell è famoso per il suo stile sobrio e trasparente. Nel suo celebre saggio "Politics and the English Language", sostiene che la lingua deve servire la verità, non mascherarla.

  • Impegno politico: La sua opera è profondamente antitotalitaria, anticolonialista, antisocialista autoritario, sempre a favore della verità, giustizia sociale e libertà individuale.

  • Simbolismo e allegoria: Usa spesso la narrativa simbolica per veicolare messaggi politici e morali (es. animali = classi sociali).

  • Visione pessimistica del potere: Vede il potere come una forza che tende a corrompere e a distruggere la libertà.


🗣️ Frasi celebri

“La libertà è il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire.”
1984

“Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.”
La fattoria degli animali

martedì 25 marzo 2025

ballata e commento di La Belle Dame sans Merci di John Keats

 

"La Belle Dame sans Merci" – John Keats

Testo Completo (in Inglese)

O what can ail thee, knight-at-arms,
Alone and palely loitering?
The sedge has withered from the lake,
And no birds sing.

O what can ail thee, knight-at-arms,
So haggard and so woe-begone?
The squirrel’s granary is full,
And the harvest’s done.

I see a lily on thy brow
With anguish moist and fever dew,
And on thy cheeks a fading rose
Fast withereth too.

I met a lady in the meads,
Full beautiful—a faery’s child,
Her hair was long, her foot was light,
And her eyes were wild.

I made a garland for her head,
And bracelets too, and fragrant zone;
She look’d at me as she did love,
And made sweet moan.

I set her on my pacing steed,
And nothing else saw all day long,
For sidelong would she bend, and sing
A faery’s song.

She found me roots of relish sweet,
And honey wild, and manna dew,
And sure in language strange she said—
‘I love thee true’.

She took me to her Elfin grot,
And there she wept, and sigh’d full sore,
And there I shut her wild wild eyes
With kisses four.

And there she lullèd me asleep
And there I dream’d—Ah! woe betide!—
The latest dream I ever dream’d
On the cold hill’s side.

I saw pale kings and princes too,
Pale warriors, death-pale were they all;
They cried—‘La Belle Dame sans Merci
Thee hath in thrall!’

I saw their starved lips in the gloam,
With horrid warning gapèd wide,
And I awoke and found me here,
On the cold hill’s side.

And this is why I sojourn here,
Alone and palely loitering,
Though the sedge is wither’d from the lake,
And no birds sing.


Commento alla Ballata

"La Belle Dame sans Merci" è una ballata romantica e malinconica scritta da John Keats nel 1819. Il titolo, in francese, significa "La bella dama senza pietà", ed è ispirato a una tradizione medievale di storie d’amore fatali e soprannaturali.

Temi Principali

  1. Amore e Inganno
    La poesia racconta la storia di un cavaliere che incontra una donna misteriosa, bellissima e fatale, che sembra innamorarsi di lui. Tuttavia, alla fine, si scopre che lei lo ha ingannato o, forse, semplicemente abbandonato. La figura della "femme fatale" è tipica della letteratura romantica e gotica.

  2. Sovrannaturale e Mistero
    La donna è descritta come una creatura magica, una fata (faery’s child), che porta il cavaliere in un mondo incantato, ma alla fine lo lascia solo e disperato. Il sogno del cavaliere, in cui vede altri uomini sconfitti dall’amore della dama, aggiunge un elemento di fatalismo e dannazione.

  3. Morte e Decadenza
    L’ambiente della poesia è cupo e invernale: il lago è secco, gli uccelli non cantano. Questo simboleggia la solitudine e il dolore del cavaliere, che sembra destinato a vagare senza pace. Il linguaggio gotico e malinconico evoca un senso di morte e perdita.

Struttura e Stile

La ballata è composta da dodici strofe di quattro versi (quatrains) con un ritmo semplice e musicale (ABCB), tipico delle ballate tradizionali. L'uso della ripetizione ("And no birds sing") e delle immagini visive forti ("I see a lily on thy brow") crea un’atmosfera inquietante e sospesa tra sogno e realtà.

Interpretazione

La poesia può essere letta in diversi modi:

  • Una metafora dell'amore distruttivo: la dama rappresenta l’illusione dell’amore perfetto, che poi si rivela ingannevole e lascia il cavaliere in rovina.

  • Un’allegoria sulla condizione umana: Keats, che era malato di tubercolosi, potrebbe aver proiettato nel cavaliere la sua stessa sensazione di fragilità e di sconfitta davanti alla vita.

  • Un racconto gotico-romantico: il cavaliere, come in molte leggende medievali, è vittima di un incantesimo e rimane intrappolato in un destino senza via d’uscita.

Conclusione

"La Belle Dame sans Merci" è una delle poesie più celebri di Keats e un capolavoro del Romanticismo. Con il suo tono malinconico e il suo simbolismo ricco di suggestioni, continua ad affascinare i lettori e a ispirare interpretazioni diverse.

sabato 1 febbraio 2025

scrittrici straniere famose nella storia

 Ecco un elenco di alcune scrittrici straniere famose nella storia, che hanno lasciato un segno nella letteratura mondiale.



📜 Scrittrici dal passato

🔹 Jane Austen (1775-1817) – Regno Unito

  • Celebre per i suoi romanzi come Orgoglio e pregiudizio e Ragione e sentimento, che esplorano la società e i costumi del suo tempo.

🔹 Mary Shelley (1797-1851) – Regno Unito

  • Autrice di Frankenstein, considerato uno dei primi romanzi di fantascienza.

🔹 Emily Brontë (1818-1848) – Regno Unito

  • Famosa per Cime tempestose, un capolavoro del romanticismo gotico.

🔹 Charlotte Brontë (1816-1855) – Regno Unito

  • Autrice di Jane Eyre, un romanzo innovativo per la figura femminile indipendente della protagonista.

🔹 George Eliot (pseudonimo di Mary Ann Evans, 1819-1880) – Regno Unito

  • Ha scritto Middlemarch, un grande romanzo realista del XIX secolo.

🔹 Louisa May Alcott (1832-1888) – USA

  • Nota per Piccole donne, romanzo amato da generazioni.

🔹 Virginia Woolf (1882-1941) – Regno Unito

  • Tra le pioniere della narrativa modernista con opere come Gita al faro e La signora Dalloway.

🔹 Agatha Christie (1890-1976) – Regno Unito

  • Regina del giallo, ha creato personaggi iconici come Hercule Poirot e Miss Marple.

🔹 Gabriela Mistral (1889-1957) – Cile

  • Poetessa e prima donna latinoamericana a vincere il Premio Nobel per la Letteratura nel 1945.

🔹 Simone de Beauvoir (1908-1986) – Francia

  • Filosofa e scrittrice femminista, autrice de Il secondo sesso.

📚 Scrittrici del Novecento e contemporanee

🔸 Margaret Atwood (1939-) – Canada

  • Autrice de Il racconto dell'ancella, romanzo distopico che esplora il controllo del corpo femminile.

🔸 Toni Morrison (1931-2019) – USA

  • Premio Nobel per la Letteratura nel 1993, ha scritto Amatissima e altri romanzi sulla condizione afroamericana.

🔸 Isabel Allende (1942-) – Cile

  • Celebre per La casa degli spiriti, che unisce storia e realismo magico.

🔸 Alice Munro (1931-) – Canada

  • Maestra del racconto breve, vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura nel 2013.

🔸 J.K. Rowling (1965-) – Regno Unito

  • Creatrice della saga di Harry Potter, uno dei più grandi fenomeni letterari contemporanei.

🔸 Chimamanda Ngozi Adichie (1977-) – Nigeria

  • Nota per Americanah e Dovremmo essere tutti femministi, opere che affrontano temi di identità e femminismo.

📖 Ti interessa una scrittrice in particolare o vuoi approfondire un periodo storico specifico? 

domenica 24 novembre 2024

la letteratura straniera del 900 in breve

 


La letteratura straniera del '900 è un universo ricco e variegato che ha attraversato profonde trasformazioni, rispecchiando i cambiamenti storici, sociali e culturali del XX secolo. Questo periodo si caratterizza per una straordinaria varietà di generi, temi e stili, segnando il passaggio dalla modernità alla postmodernità.

Caratteristiche principali

  1. Modernismo (inizio XX secolo):

    • Movimento innovativo che sfida le convenzioni narrative tradizionali.
    • Temi principali: alienazione, crisi dell'individuo, ricerca di senso in un mondo in cambiamento.
    • Stili innovativi: flusso di coscienza, frammentazione, prospettive multiple.
  2. Avanguardie letterarie:

    • Movimenti come il futurismo, il dadaismo e il surrealismo si concentrano su sperimentazioni linguistiche e formali.
  3. Letteratura postmoderna (seconda metà del secolo):

    • Mette in discussione i grandi racconti e le certezze universali.
    • Introduzione di tecniche come la metanarrazione e il gioco intertestuale.
  4. Temi universali:

    • Guerre mondiali e le loro conseguenze.
    • Totalitarismi e crisi della democrazia.
    • La psiche umana e l’inconscio.
    • Globalizzazione e multiculturalismo.

Autori e opere principali del '900

Letteratura anglofona

  • James Joyce (Irlanda): Ulisse (1922) - Innovativa e complessa, rappresenta il modernismo al suo apice.
  • Virginia Woolf (UK): Mrs Dalloway (1925), Al faro (1927) - Analisi della psiche e del tempo.
  • William Faulkner (USA): Mentre morivo (1930), L'urlo e il furore (1929) - Esplorazioni della memoria e della coscienza.
  • George Orwell (UK): 1984 (1949) - Distopia sul controllo e la perdita di libertà.
  • T.S. Eliot (USA/UK): La terra desolata (1922) - Poema simbolo del modernismo.

Letteratura francese

  • Marcel Proust: Alla ricerca del tempo perduto (1908-1922) - Analisi del tempo e della memoria.
  • Albert Camus: Lo straniero (1942), La peste (1947) - Esistenzialismo e assurdo.
  • Jean-Paul Sartre: La nausea (1938) - Crisi esistenziale e filosofia dell’esistenzialismo.

Letteratura tedesca

  • Thomas Mann: La montagna incantata (1924) - Romanzo simbolo della crisi culturale europea.
  • Franz Kafka: La metamorfosi (1915), Il processo (1925) - Alienazione e burocrazia.
  • Bertolt Brecht: L’opera da tre soldi (1928) - Teatro epico e critica sociale.

Letteratura russa

  • Boris Pasternak: Il dottor Živago (1957) - Dramma umano durante la rivoluzione russa.
  • Aleksandr Solženicyn: Una giornata di Ivan Denisovič (1962) - Denuncia dei gulag sovietici.

Letteratura italiana (con influenza internazionale)

  • Italo Svevo: La coscienza di Zeno (1923) - Psicoanalisi e modernismo.
  • Primo Levi: Se questo è un uomo (1947) - Testimonianza dell’Olocausto.

Letteratura ispanoamericana

  • Gabriel García Márquez (Colombia): Cent'anni di solitudine (1967) - Capolavoro del realismo magico.
  • Jorge Luis Borges (Argentina): Finzioni (1944) - Narrazioni surreali e filosofiche.
  • Pablo Neruda (Cile): Cento sonetti d’amore (1959) - Poesia passionale e politica.

Tendenze e Movimenti del '900

  1. Realismo magico:

    • Combina elementi fantastici con il quotidiano.
    • Esempi: García Márquez, Isabel Allende.
  2. Esistenzialismo:

    • Analizza il significato della vita, la libertà e la responsabilità.
    • Esempi: Camus, Sartre.
  3. Distopia:

    • Critica i pericoli del totalitarismo e della modernità.
    • Esempi: Orwell, Aldous Huxley (Il mondo nuovo).
  4. Postmodernismo:

    • Gioco linguistico, frammentazione, intertestualità.
    • Esempi: Thomas Pynchon, Umberto Eco (Il nome della rosa).

Se desideri approfondire un autore, un movimento o un’opera, fammi sapere! 

martedì 9 luglio 2024

il dolce stil novo

  Il Dolce stil novo -1274-1294

il dolce stil novo

In breve

Il Dolce stil novo è un movimento che nasce a Bologna grazie a Guidi Guinizelli, si diffonde poi in Toscana. Insieme a Guido Guinizzelli i maggiori poeti sono Dante Alighieri, Guido Cavalcanti e Lapo Gianni.

I temi del Dolce Stil novo sono: amore e cuor gentile; la nobiltà è gentilezza d'animo; al donna è vista come un angelo per avvicinare l'uomo a Dio, e l'amore ha una dimensione spirituale, un perfezionamento morale.

La donna non è più tentatrice, anzi aiuta l'uomo a recuperare la fede. perfetta che libera l'uomo dalla miseria terrena. Questo movimento risente delle trasformazioni politiche e sociali del tempo.

I protagonisti fanno parte della borghesia, che si sta affermando, sostituendo la nobiltà tradizionale, basando la nobiltà non sul sangue ma su meriti personali. Anche lo stile è nuovo e originale, un linguaggio dolce, elegante e armonioso senza complicazioni sintattiche.




lunedì 3 agosto 2020

verso il realismo - la lezione di Puskin e di Gogol

verso il realismo - lezione di Puskin e Gogol


Abbiamo già sottolineato, a proposito di Puskin una caratteristica del Romanticismo russo, cioè l'accentuata presenza di una vocazione realistica che si estrinseca nell'affettuoso recupero delle tradizioni popolari, nella rievocazione di momenti fondamentali della storia nazionale . Si tratta evidentemente di un realismo ben diverso da quello che sarà realizzato dai grandi scrittori russi del secondo Ottocento, e tuttavia va sottolineato cme punto di partenza di tutto un orientamento . Questo discorso vale anche per un altro fondamentale autore della stessa generazione di Puskin e cioè Nicolaj Gogol (1809-1852)  per il quale la qualifica corrente è di realista, ma anche in questo caso si tratta di un realismo particolare.E' indiscutibile  infatti  che Gogol ricavi i suoi temi dalla quotidianità( la vita di un povero impiegatuccio ne Il cappotto, la società rurale russa ne Le anime morte entrambe editi nel 1842) e che si anche un attento  e minuzioso descrittore, ma da questo iniziale impianto realistico parte, per così dire una spirale deformante e grottesca nella quale non si estrinseca soltanto l'intento di satira sociale ma qualcosa di allucinatorio di surreale per cui quei  personaggi, quelle situazioni e quei dialoghi pur realistici diventano assurdi, denunziano quasi quanto di sconnesso ci sia nella realtà, quanto breve sia il passaggio dalla ovvietà quotidiana all'illogico  e alla deformazione dell'incubo.
Ma a parte questa  sua specificità Gogol con certe scelte tematiche (il cappotto per esempio )  avrà notevole influenza sugli orientamenti  e sul dibattito letterario che si verifica in Russia a partire dagli anni Quaranta e che approda alla grande stagione narrativa degli anni Sessanta. Si tratta di un ventennio  fondamentale durante il quale lo Zar Nicola I, che era salito al trono nel 1825 (l'anno della spietata repressione dei moti decabristi ) che regnera'  sino al 1855  consolida il suo regime autocratico con una polizia segreta di Stato, una rete  di spie e il controllo tramite la famosa terza sezione sulla cultura.
Ma di contro si sviluppano i fermenti  che il moto decabrista  pur stroncato nel sangue aveva provocati 

giovedì 26 marzo 2020

realismo in America

realismo in America

nell'area americana la scoperta della realtà trova almeno due autori esemplari. Uno  è Stephen Crane (1871- 1900)  che nella sua breve esistenza realizza almeno due opere fondamentali : Maggie ragazza di strada (1893) e il segno rosso del coraggio (1895)  con lui specie  se ci si riferisce al secondo romanzo, il termine realismo o naturalismo  è insufficiente  dato che  siamo già passati a una realistica analisi della coscienza alla ricerca del momento in cui avviene l'impatto tra mitologie sociali e cruda realtà. Certo  c'è la lezione dei grandi realisti europei  ma è già presente una dimensione psicologica che avrebbe  avuto e non solo in America gli sviluppi maggior e addirittura il sopravvento.
Esemplare è anche Theodore  Dreiser (1871 -1945) con il quale la lezione del naturalismo si protrae  in epoca che già conosce altre modulazioni stilistiche e altre poetiche : Nostra sorella Carrie è del 1900 una Tragedia Americana è del 1925.
Dreiser che ha subito fortemente l'influsso di Balzac e concepisce la realtà come scontro di forze come conflitto di interessi  e di potere ha dato della società americana una rappresentazione amara magari formalmente  incondita ma non priva di efficacia e sottesa da un amaro giudizio.
Certo dopo di lui verranno I Dos Passos e I Faulker - stilisticamente più scaltriti tematicamente più complessi  e più torbidi - ma nella denuncia  dei meccanismi  stritolatori delle società americana Dreiser ha scritto  pagine di rude e vistosa evidenza. Ma al di là di questi due autori  una cosa va sottolineata la lezione veristico naturalista nella narrativa americana si estenderà a tutto il Novecento con una intensità maggiore che altrove

martedì 25 febbraio 2020

realismo in germania

realismo in Germania

Nell'area tedesca il realismo non assume quel radicale orientamento che distingue quello francese : c'è sì un fiorire di romanzi e novelle realistici  quelli di Wilhelm Raabe (1831-1910) di Gottfried Keller (1819 - 1890) di Theodore Fontane (1819-1898) che però fanno anche posto a toni idilliaci o comunque piccolo borghesi  e Biedermeier. Ci  sembra si possa affermare che nella narrativa l'unica opera di livello europeo è I Buddenbrook  di Thomas Mann, nella quale però come vedremo l'impianto realistico accoglie  inquietudini  e temi che già travalicano questo orientamento letterario. Forse  l'opera esemplare è nella produzione teatrale  I tessitori di Gerhardt Hauptmann.

lunedì 16 dicembre 2019

Charles Dickens

 Charles Dickens

anche in Inghilterra come in Francia si assiste suppergiù  nello stesso periodo (a partire dagli anni trenta ) ad un orientamento verso il romanzo sociale ma con diversità di motivazioni ( un umanitarismo riformistico che sarà una componente essenziale della mentalità vittoriana ) e di risultati artistici. Di questa produzione assai larga e varia, Dickens è l'esponente  più interessante. Dello sfruttamento del lavoro minorile  della miseria dei quartieri popolari di Londra della ferrea logica del profitto, Dickens nella sua vita (1812- 1970) fece esperienza ancora ragazzo e questo fu determinante per la sua arte: anche quando dopo la pubblicazione del Circolo Pickwick (1836- 1837)  cominciò a diventare sempre più famoso non dimenticò mai ( e la sua produzione ne è una testimonianza) quell'esperienza.

L'atteggiamento filantropico

La posizione di Dickens rispetto  ai problemi che la rivoluzione industriale poneva non differisce molto da quella degli intellettuali inglesi a lui contemporanei I quali, se pur con una serie di sfumature che qui non è possibile illustrare, concordavano però in un atteggiamento di protesta filantropica che ne migliore dei casi auspicava riforme e previdenze, ma non si sognava affatto di mettere in discussione  l'assetto generale, le strutture capitalistiche.
" Dickens rifuggì sempre con orrore dal pensiero della rivoluzione  armata e dalla violenza: per lui la correzione delle ingiustizie social doveva venire dall'alto, dai ricchi e dai potenti convertiti … non dall'odio  sovversivo delle masse. Riforma si ed eliminazione di abusi, ma senza mai disturbare l'ordine costituito" (M Praz). Che in una tale prospettiva ideologica dovesse avere parte di insistere su ciò  che qualsiasi lettore è in grado di avvertire subito in un romanzo di Dickens : la tendenza ad enfatizzare certe situazioni e a portarle al livello limite con un strumentale ( ai fini della commozione) contrapposizione fra buoni e cattivi ; il frequente cedimento ai toni melodrammatici ; il ricorso alla facile soluzione, al ricco dall'animo generoso che, in un ingranaggio di disavventure e avversità imprevedibilmente si inserisce come deus ex machina.

fattori condizionanti

Queste caratteristiche  della narrativa di Dickens, però , oltre che all'accennata angolazione ideologica dell'autore, vanno anche collegate  - e questo interessante problema per gli studi di sociologia della letteratura - al fatto che I romanzi di Dickens uscirono quasi tutti come pubblicazioni a dispense : il che comportava tutta una serie di influenze e di condizionamenti  sull'autore. Cioè : la necessità di tener desto l'interesse dei lettori, la cui cerchia  ora, pur essendosi allargata per la facilitazione della spesa ripartita in mesi, non poteva scendere più in basso della classe socio-borghese ; la ricerca di temi che rispondessero alle condizione di vita e ai problemi di quei lettori che, per estrazione e condizionamenti sociali, potevano arrivare alla commozione filantropica ma non alle inquietudini rivoluzionarie; l'adozione di uno stile garbato e piacevole, non alieno dalla ricerca di facili effetti.
Da questa prospettiva I ruolo di Dickens non solo nella storia della letteratura ma anche nella storia dei rapporti fra autore e pubblico è fondamentale; capace di interessare un  pubblico che né Stendhal né Flaubert ebbero mai

Picaresco e sentimentale

Sul piano specificamente letterario Dickens riusciva a realizzare il suo romanzo sociale utilizzando  e fondendo due filoni della narrativa inglese : quello  avventuroso picaresco, che si era espresso in Defoe e in Fielding, e quello sentimentale-familiare  che nel Vicario di Goldsmith ha un suo testo tipico. Cioè Oliver Twist e David Copperfield in ultima analisi sono dei picari che nella giungla della società industriale imparano giorno per giorno  a sopravvivere e a farsi strada. Per quanto riguarda poi  la componente sentimentale-famigliare gli intrecci, la descrizione  di storie familiari  di disastri e fortune la esemplificazione  è facilissima.
Un ampio discorso  meriterebbe l'evoluzione degli esisti artistici di Dickens : pur senza superare I limiti ideologici illustrati dallo schematismo  psicologico  dei primi romanzi egli perviene a notevoli approfondimenti e complessità di caratterizzazione  I in Grandi Speranze  e il nostro comune amico

lunedì 25 novembre 2019

Emile Zola

Emile Zola

La commedia umana  di Balzac era stata, secondo la definizione di Thibaudet, il museo vivente della società francese  della Restaurazione e di Luigi Filippo (1830 -48 ) , l'opera di Zola lo è della società del Secondo Impero (1931- 70)  e della Terza Repubblica.
Si è già  accennato all'incidenza che sul piano degli orientamenti letterari, dai tempi di Balzac a quelli di Flaubert, hanno avuto fatti come il '48 francese e la pubblicazione del Manifesto di Marx ed Engels, l'affermarsi  del Positivismo e gli entusiasmi  scientisti. Si  aggiunga per quanto riguarda specificamente I tempi  di Zola il crollo del secondo  Impero dopo la sconfitta di Sédan e l'esperienza del Comune (1870-71) che avevano dimostrato si a l'iniziativa politica che il quarto stato poteva assumere sia la disponibilità borghese a ricorrere a mezzi estremi per la disperata difesa della prorpioa egemonia e dei propri privilegi. (E per la sua  diagnosi della decadenza borghese Zola poteva trarre dal secondo dei due avvenimenti  citati prezioso materiale).

Canoni di poetica

Quando Zola ( che era nato nel 1840  ed aveva conosciuto nella giovinezza difficoltà e miseria ) verso I 30 anni inizi la sua attività di romanziere, ha già elaborato una poetica estremamente chiara : 1)  dare un affresco completo di un periodo  attraverso una narrazione ciclica incentrata attorno a una famiglia I Rougon-Macquart (ed in questo riprende  l'esempio di Balzac ) ;
2) adottare, per questo intento, gli strumenti  di conoscenza e di analisi forniti dalla scienza (testi fondamentali  per lui, oltre che Darwin e Taine  furono l'Introduzione allo studio della medicina sperimentale di Claude Bernard e uno di Lucas sull'ereditarietà ) e quindi "rappresentare I temperamenti e le profonde modificazioni  dell'organismo  sotto la pressione degli ambienti  (ancora il milleiu n.d.c.)  e delle circostanze " dar posto  alle leggi dell'ereditarietà  e de determinismo biologico alla motivazione fisiologica dei sentimenti .
E così Zola  partendo proprio dalla scienza  - la stessa  che per altro verso alimentava  nell'atmosfera positivista, una fiduciosa idea di progresso - approda a posizioni pessimistiche : diventano prioritari  per la sua indagine e per la sua narrazione la catena dei condizionamenti biologici  e ambientali da cui l'uomo non può liberarsi  l'inesorabile effetto di corruzione connessa alle strutture sociali esistenti.

analisi del disfacimento

Ne risulta un'opera tutta sottesa da "una visione talora brutale della nostra umanità studiata in un dato momento storico quasi si fosse in una clinica di malattie nervose, dato che l'interesse del narratore si rivolge soprattutto a studiare individui non sani, dal punto di vista di un materialistico determinismo, osservandoli  nella vita che si svolge sotto il regime che egli odia.
Di conseguenza Zola è narratore, o meglio lo scrupoloso analista della decadenza, del disfacimento e del corrompersi degli uomini del corpo sociale. Nè d'altra parte fra le classi egli opera delle distinzioni o dei privilegiamenti populistici come tanti dopo di lui avrebbero fatto : la decadenza e la corruzione  egli le coglie e oggettivamente le rappresenta non solo nell'ambiente nel milieu borghese ma anche in quello proletario.

 

martedì 12 novembre 2019

Gustave Flaubert

Gustave Flaubert

nato nel 1821 Flaubert si stabilì a25 anni in campagna da dove si allontanò per qualche viaggio in Medio Oriente, in Grecia  e in Italia; dalla rivoluzione del 1848 e dagli avvenimenti del 1870  non trasse che i motivi di delusione e di cupo  isolamento; morì nel 1880.
Tra gli anni Trenta - che vedono la frenetica attività di Balzac e I capolavori di Stendhal - e il 1857, anno di pubblicazione di Madame Bovary di Flaubert, intercorre quasi l'arco di una generazione e d'altra parte l'attività di Flaubert si prolunga per ancora più di vent'anni : col suo Bouvard  e Pecuchet, pubblicato postumo arriviamo al 1881, Ciò vuol dire che fra  I tempi di Balzac e di Stendhal, da un alto, e quelli di Flaubert dall'altro  ci sono di mezzo quegli avvenimenti storico- culturali  la restaurazione borghese del '48, la presenza sempre più incombente del quarto stato nella realtà sociale  e nel dibattito politico, l'affermarsi del Positivismo. A tutto ciò è da aggiungere su un piano più specificamente letterario , il sorgere, negli anni Cinquanta, della scuola poetica dai cosiddetti "parnassiani"(Leconte de Lisle, Theodore de Banville ecc.) che reagendo al lirismo e alle effusioni romantiche ( Lamartine e Hugo) intendono restaurare  I valori formali e realizzano una produzione  di Impassibile e marmorea bellezza, con modulazioni stilistiche di contesto culturale Flaubert ricava orientamenti e suggestioni  per quanto riguarda soprattutto due aspetti della sua produzione : la scrupolosa  e imparziale attenzione alla realtà da descrivere e il culto della precisione stilistica nell'estenuante, ascetica ricerca della parola insostituibile e definitiva. A questo furono rivolti l'attività, I travagli, le angosce della sua vita : "nella mia povera vita così piatta e tranquilla, le frasi sono delle avventure , e io non raccolgo altri fiori che le metafore " scriveva ad una amica.

una volontaristica guarigione

Ma questa ipotesi di interpretazione, questa rispondenza tra orientamenti artistici contemporanei ed elementi caratterizzanti  della produzione di Flaubert  si complica notevolmente se si pensa, sulla scorta di un'ormai imponente documentazione critica, che le sue vocazioni più profonde, le sue letture predilette, le sue  aspirazioni erano autenticamente romantiche, Flaubert, "come  I romantici, è dotato di un'immaginazione ardente, avido di sensazioni forti, attirato dall'eccessivo e dal soprannaturale, ebbro di colori, di vasti orizzonti…….E ebbro di disdegno  vendicativo per la società moderna per il borghese senza ideali  e senza poesia, di cui egli sonda l'ottusità con infinito diletto." (P.G.Castex-P. Surer). L'impatto tragico fra queste sue disposizioni di fondo e la realtà lo si può approssimativamente datare : un'acuta crisi avuta negli anni 1842-43 mentre a Parigi studiava giurisprudenza ; la morte del padre e della sorella, le persone da lui più amate, nel 1846 il fallimento della rivoluzione  del '48 che approda al piccolo cesarismo di Napoleone III . E' un accumularsi di fallimenti che provoca in Flaubert una posizione conflittuale che sconfina nella nevrosi, è il crollo di ogni aspirazione o vagheggiamento "romantico"  di fronte alla realtà. Compito dell'arte allora sarà rappresentare tutto questo : far cozzare tragicamente una creatura  che aspira ad avvenimenti eccezionali e romantici contro il grigiore della quotidianità  piccolo borghese ed ecco Madame Bovary (1857).
Nell'accanimento contro il "bovarismo" Flaubert - sia pure ricorrendo allo schermo dell'oggettivazione con la creazione di un personaggio - sottoponeva a lucida analisi la propria "malattia romantica "bruciava - o cercava di bruciare I miti romantici e le fughe dalla realtà; da ciò la necessità di una minuta, realistica descrizione della meschinità della vita di provincia, degli ovvi e grigi orizzonti che la delimitano : e così si  costringe masochisticamente a un impatto tragico con la mediocre e limacciosa realtà. Nella storia della piccola borghese di provincia che sogna l'assoluto e finisce nell'anonimo adulterio e nel suicidio è evidente certo una condanna. Ma grondante di pietà, o meglio, di non superata complicità. E lo dimostra tutta la posteriore produzione flaubertiana realizzata sotto il segno di una lotta non risolta  con un susseguirsi di tappe non saranno mai definite.

Ambiguità non risolte

Alla diagnosi e alla condanna della malattia romantica faticosamente realizzate in Madame Bovary  segue infatti ne 1862 Salambò che riprende il gusto romantico dell'esotico  di una realtà altra ne tempo e nello spazio. Poi negli anni 1863-69 la nuova e definitiva  redazione de l'Educazione sentimentale affresco del destino della generazione flaubertiana : nella vicenda Federico Moreau, nelle sue giornate e nei suoi anni briciati senza che accada nulla, nel vagheggiamento di un amore che dalla mancata realizzazione trascolora in dolente elegia nella descrizione del fallimento  delle speranze quattrocentesche  Flaubert tornava a farsi giudice delle aspirazione romantiche con dolente autobiografica partecipazione


sabato 9 novembre 2019

Honorè de Balzac

Honoré de Balzac

collegabile all'opera di Stendhal è quella di Balzac  e non solo per la coincidenza cronologica - gli anni  Trenta vedono il rosso e il nero (1830) la Certosa di Parma (1839) e la piena attività di Balzac - ma anche per il comune orientamento realistico  e la posizione critica verso la società francese contemporanea.

vita

Honoré de Balzac nato da una famiglia medio-borghese nel 1799 e morto nel 1850, dopo studi di giurisprudenza e impieghi di vario genere si dedicò alla letteratura  e al giornalismo, ma con scarso successo, tentò gli affari, ma fu un disastro.
Cominciò ad acquistare fama attorno al 1830  e da allora si dedicò alla sua attività di romanziere con un ritmo di lavoro eccessivo e frenetico ( in sedici anni  più di novanta romanzi)  - costrettovi anche dai debiti dovuti alle disastrose operazioni commerciali - che  ne minò il fisico. Sposò ne 1850 una nobildonna polacca Eve Hanska con la quale da anni aveva avuto una tormentosa e intensa relazione. Qualche mese dopo un colpo apoplettico lo stroncò.

La poetica

Nel 1842, modificando e ampliando un'impostazione che aveva già enunciato parecchi anni prima, Balzac organizza I suoi romanzi in una sorta di gerarchia piramidale(come qualcuno  ha detto ) con il titolo complessivo di commedia umana ; alla base c'è un gruppo di studi di costume del secolo XIX suddiviso in scene della vita privata (il colonnello  Chabert, Papà Goriot ecc.) della vita di provincia ( Eugenia Grandet, il giglio della valle ecc. ) della vita parigina della politica della vita militare della vita di campagna.
Poi c'è il gruppo degli studi filosofici, e alla fine quello progettato ma non realizzato degli Studi analitici. Nella famosa prefazione alla Commedia umana Balzac dichiara I suoi propositi : "la società fa l'uom, secondo  gli ambienti in cui si svolge la sua azione, tanti uomini differenti quante sono le varietà in zoologia.
le differenze tra un soldato, un operaio, un avvocato, un marinaio, un  povero ecc.  sono altrettanto notevoli che quelle tra un lupo, il leone, il corvo ecc. Si trattava allora di descrivere la varietà delle specie sociali, come il famoso naturalista Buffon (1707-1788)  aveva fatto con quelle animali.
E in questo studio Balzac - come aveva detto precedentemente in una lettera alla Hanska  - intendeva rappresentare  tutti gli aspetti sociali senza dimenticare "nè una situazione della vita né una fisionomia, né un carattere di uomo o di donna, né una maniera di vivere, né una professione, né una zona sociale, né un paese della Francia, né una qualunque cosa dell'infanzia della vecchiaia, dell'età matura, della politica, della giustizia, della guerra. Stabilito  questo, la storia del cuore umano tessuta filo per filo la storia fatta in tutte le sue parti  ecco la base. Non saranno fatti immaginari, sarà quello che avviene dovunque".

aspetti fondamentali

Alla luce di queste fondamentali dichiarazione di poetica è più agevole fissare rapidamente alcune caratteristiche di fondo della produzione Balzachiana.

1) Proseguendo su una strada  già imboccata  da Stendhal, ma con maggiore consapevolezza e lucidità teorica, Balzac porta avanti la realizzazione di un tipo di romanzo - il romanzo sociale - che costituisce una delle più importanti  novità letterarie dell'Ottocento : la verità  e la plausibilità dei personaggi ormai derivano solo dalla carica di connotazioni sociali  che essi hanno, dalla definizione dei rapporti e dei problemi che il contesto sociale in cui vivono  ( il famoso milieu) pone loro , condizionandoli  e formandoli in quel modo e non altrimenti.

2)  l'impegno di rendere con la maggiore evidenza la dimensione sociale dei protagonisti porta Balzac a un'attenzione  estrema per gli elementi  esterni, oggettivi, in mezzo ai quali  quel personaggio vive quasi impregnandosene  e nel contempo impregnandoli di sè. Deriva  da ciò quello che Auerbach ha definito il realismo atmosferico di Balzac: "ogni spazio si tramuta per lui in atmosfera morale e sensibile di cui si imbevono  il paesaggio la casa I mobili le suppellettili gli abiti I corpi il carattere il comportamento il sentire l'agire  e la sorte degli  uomini, e in cui  poi la situazione storica generale  a sua volta  appare come un'atmosfera totale abbracciante tutti I singoli spazi di vita".

3) ma anche se l'operazione  suddetta è fondamentale nella narrativa di Balzac  e dà luogo  a esiti artistici notevolissimi,  non è l'unico mezzo in cui l'autore si serve per realizzare il romanzo sociale : egli va ben oltre . E cioè : della società del suo tempo, dei meccanismi  che la regolano  - l'onnipotenza  del denaro, il profitto e l'accumulazione - egli dà  con un'inesauribile  descrizione di situazioni di affari, di raggiri  di vicende familiari, un quadro straordinariamente  mosso e pullulante dei più vari personaggi : la cui  validità artistica  è data proprio dalla loro "tipicità, cioè dall'essere  pienamente  rappresentativi  ed emblematici di atteggiamenti  e comportamenti di una comunità sociale. Capita così che Balzac che in politica era arroccato su posizioni reazionarie  e vagheggiava ritorni legittimistici e autoritari, nella sua opera, per analisi  inclemente che fa della società contemporanea, diventa un autore  la cui carica progressista e rivoluzionaria - nel  senso della demistificazione e dell'accusa nei riguardi  dei valori borghesi - è  di gran lunga superiore a quella di tanti altri narratori di ieri e di ogni che ritengono che bastino  la professione di fede progressista come salva condottto per un'arte necessariamente rivoluzionaria . Fu Engels a porre in una famosa pagina questo  problema che ancora oggi è oggetto di intenso dibattito .

4) Muovendo da premesse così ambiziose (rappresentare tutta la varietà delle specie umane)  Balzac crea centinaia di personaggi " fa concorrenza allo stato civile "( come  è stato argutamente detto)  e dà alla sua opera un carattere ciclico : da un romanzo all'altro  c'è un ritorno di certi personaggi  la cuoi personalità quindi si arricchisce progressivamente.

Un museo vivente

Che con una tale vastità di impianto Balzac dovesse cedere a forzature, a toni  melodrammatici ad amplificazione retoriche o ad elucubrazioni  sociologiche (con le quali frequentemente commenta e idealizza le vicende che narra) era inevitabile. Ma indiscutibilmente La commedia Umana  è la testimonianza di un museo vivente di un secolo francese  dalla generazione del 1789 a quella che, nata con l'inizio del secolo , ha trent'anni nel 1820 e incontra  la grande frattura nel 1850 (A. Thibaudet) un museo vivente che per la sua ampiezza e varietà non trova confronti nella narrativa europea e che è stato un necessario punto di  riferimento e una lezione per quanti (da Zola a Tolstoj da Mann a Proust) hanno concepito il romanzo come grandioso affresco della poliedricità dell'epoca.

sabato 6 gennaio 2018

Stendhal

Sthendal

Vita

Prima di trascriverlo a livello creativo nelle vicende eroiche e sfortunatamente  dei suoi protagonisti, Stendhal  visse a livello biografico un contrasto  tipicamente  romantico tra ideale e reali tra  volontà di realizzarsi in una vita piena e autentica e pastoie  della realtà mediocre e monotona che quella realizzazione impediscono.
Nato a Grenoble nel 178 Henri Beyle (che avrebbe preso poi lo pseudonimo di Stendhal) aveva però sperimentato almeno per un certo periodo una dimensione del vivere intensa e appagante quando raggiunta nel 1800 l'armata napoleonica in Italia aveva ricoperto sino al 1814  incarichi civili e militari ed era vissuto prevalentemente  a Milano tra ambienti culturali vita mondana ed entusiastica frequentazione  della Scala . In questa città  gelosamente amata visse come egli stesso dichiarò l'aurora  della sua vita. Ma nella società della restaurazione  - dopo la caduta di Napoleone - le cose cambiarono. Visse ancora  a Milano fino al 1821 poi fu a Parigi alla ricerca di un impiego. L'ottenne verso il 1830  console di Civitavecchia. Cercò  di sopperire al grigiore dell'incarico  con qualche viaggio e qualche congedo.
Durante uno di questi nel 1841 morì a Parigi per un attacco apoplettico.

LA CONNOTAZIONE SOCIALE

Proprio dalla sua esperienza della società della Restaurazione  ( conformista e spenta ma cinica nella difesa dell'assetto borghese)  nella quale non c'è  posto per il giovane  di ingegno  se non a patto di subire le regole del gioco, proprio  dal disprezzo per questa  situazione nascono  Il rosso e il nero  (18390)  e La Certosa di Parma (1839 ). Opere nelle quali l'eccezionalità dei protagonisti, la loro tensione eroica o vitalistica, la loro nostalgia di assoluto  di eroismo di grandi imprese ( si pensi all'esemplarità  in tal senso di Matilde de la Mole)  sono ancora evidenti segni di un'aristocrazia del sentire e di un titanismo tipicamente romantici ^ ma  - è qui  la novità fondamentale  - Stendhal trascrive la lotta  e la sconfitta  dei protagonisti  non in una dimensione esclusivamente  esistenziale ( si pensi a Renato o all'eroe Byroniano)  bensì a una dimensione  sociale. Li radica cioè in una specifica realtà sociale  ne motiva la storia interiore come storia degli scontri e dei condizionamenti che le regole di quell'assetto  sociale impongono:
Ammiratori sino all'infatuazione di Napoleone  ( e ciò chiare trascrizioni  autobiografiche di Stendhal ) Julien Sorel  ne Il rosso e il nero  e Fabrizio del Dongo nella Certosa non possono disporre più dei campi di battaglia come teatro della loro volontà di affermazione : ora  non resta loro che lo scontro aperto o una strategia dell'affermazione  della scalata sociale perseguita  con le armi della finzione della sagace e fredda conoscenza degli uomini che contano dello sfruttamento delle loro debolezze. Di questo conflitto  di questo scontro che è  l'introduzione della meccanica della lotta di classe  nel romanzo  Julien Sorel è perfettamente cosciente : basti pensare alla sua risposta ai giudici che per il suo assassinio lo condanneranno alla ghigliottina "signori io non ha  l'onore di appartenere alla vostra classe voi avete di fronte un contadino  che si è ribellato all'umiltà  della sua sorte ...Io invece ho di fronte uomini che vorranno punire me  e scoraggiare per sempre quella classe di giovani che nati in una classe inferiore e oppressi  dalla povertà hanno la fortuna di potersi istruire  e l'ardire di mescolarsi  a quel che l'orgoglio dei ricchi chiama società"
E' talmente risentita anzi la coscienza di classe in cui Stendhal  connota Julien Sorel che nel Il rosso e il nero  persino le sue vicende amorose da lotta dei sessi trascolorano in lotta di classe.
L'introduzione di questa connotazione sociale nel romanzo è l'apporto  fondamentale di Stendhal  nella direzione del realismo alla narrativa europea e su questa strada procederanno tutti gli autori posteriori da Balzac a Zola  a Tolstoj a Proust persino (attento più di quanto non si pensi alla dinamica della classi  e dei loro conflitti).
A ciò  si aggiunga la concretezza di stile di Stendhal la sua ricerca di un'oggettiva  esattezza (2da codice civile" secondo  una sua famosa definizione) che fa piazza pulita di ogni lirismo romantico di ogni abbandono  descrittivo. Il che ha fatto sì che egli creasse uno stile personalissimo  appunto  perché esente da ogni suggestione della tradizione.

UN IDEALE DI VITA

Ma sarebbe assai discutibile limitare il ruolo di Stendhal solo a questo. Perché dalle pagine dei suoi romanzi ( oltre i citati L'interrotto Lucien Leuwen sulla società di Luigi Filippo iniziato nel 1834 l'autobiografia Vita di Henri Brulard interrotta nel 1836)  e dei suoi saggi (Sull'amore 1822  Ricordi di egotismo scritti nel 1832 editi  nel 1892 ) con la già notata corrispondenza tra biografia e creazione artistica vien fuori anche un ideale uno stile di vita un mito umano quello che è stato chiamato beylismo e che consiste nella celebrazione dell'energia  del coraggio della ricerca - lucida e razionalistica - del piacere nel vagheggiamento della disposizione amorosa in cui ci siano  non languori ne struggimenti insani non malattia né ripiegamenti bensì amore vigile alacre malizioso intrigo e  intrepidezza eroismo anche ma di misura umanissima benché i suoi personaggi escano  tanto spesso dall'ordinario " .
Tutte qualità queste  che Stendhal pensava si trovassero in tante vicende e personaggi  di quell'Italia dove  la pianta uomo   era più robusta o meno condizionata che altrove e dove c'era più spazio  per una multiforme estrinsecazione della virtù .
In ultima analisi malgrado le sue idee liberali  fossero molto più avanzate di delle del reazionario Balzac Stendhal era intellettualmente un a
ristocratico romantico ammiratore della personalità d'eccezione maestro di egotismo.

sabato 30 dicembre 2017

dal realismo romantico al naturalismo positivistico

dal realismo romantico al naturalismo positivistico

Fasi e motivazioni di un lungo processo

Come i primi decenni dell'Ottocento sono caratterizzati  in una prospettiva europea dal Romanticismo così quel periodo che all'incirca va da 1830  al 1870-80  vede il progressivo affermarsi di quella categoria artistica che  si conviene definire Realismo. Con due  precisazioni però :
1)  nei primi decenni del secolo una volta affermatosi il Romanticismo dà fisionomi a al periodo è l'orientamento dominante ed esclusivo  nel successivo periodo che abbiamo indicato  invece il Realismo  non domina incontrastato ; è l'orientamento  maggioritario  e più  fertile ma non l'unico.
2)  Nell'arco di un cinquantennio  un  orientamento  letterario  (Anche se per pura ipotesi partisse da omogenei canoni di poetica) subisce inevitabili sviluppi  e modifiche che rendono  assai discutibile l'adozione della stessa definizione sia per gli iniziatori che per gli epigoni. E' pertanto consuetudine  critica abbastanza diffusa  quella di definire realismo e realistica la produzione del primo periodo e Naturalismo e naturalistica  quella del secondo differenziate  e distinte l'una dall'altra  per tutta una serie di fattori che ora esamineremo.

SOGGETTIVITA' E REALTA'

E' assai discutibile prospettare il Realismo come pura e semplice opposizione al Romanticismo ( e un'eco di questa  impostazione critica è riscontrabile nell'accezione profondamente antitetica che nel discorso giornaliero si dà ai termini  romantico e realistico ). IN realtà si tratta di un complesso processo di opposizione  e di continuazione di ribaltamento  e di sviluppo di certi autori romantici è a questo proposito  illuminante  si pensi a Puskin poeta lirico e nel contempo padre del realismo  russo con i suoi Racconti  di Belkin (1830  o a Victor Hugo  il quale oltre a essere il poeta dell'io è anche l'autore dei Miserabili.
La lotta contro i modelli  e le regole del classicismo la poetabilità di qualsiasi argomento e la libertà stilistica  l'attenzione verso le manifestazioni dell'arte popolare e più in generale la scoperta della dimensione  popolare il gusto di ricreare con il romanzo storico  il clima di un'epoca  l'analisi delle reazioni dell'io  di fronte alla realtà   ( e stiamo citando i capisaldi  della poetica romantica) portano  cambiamento di prospettiva  che anziché  far centro quasi esclusivamente  sull'io anziché finalizzare tutto per un'analisi  e un'enfatizzazione dell'io l'artista  si apra invece ad accogliere  e a registrare l'inesauribile varietà  del reale e  i meccanismi  le forze in contrastante  gioco., Per chiarire  ancora di più : nel rapporto  individuo-realtà  che il Romanticismo risolveva privilegiando (o ammettendo  esclusivamente)  il primo elemento  il realismo stabilisce un equilibrio  con il dare cittadinanza piena al secondo elemento. Si pensi  per dare concretezza al discorso al Renato  dell'omonimo  romanzo di Chateaubriand  e a Julien Sorel del Rosso e il nero  di Stendhal; mentre il primo  è connotato  dall'autore  solo su un piano esistenziale, il secondo invece lo è sul piano sociale di Renato  conosciamo solo le anfrattuosità  interiori, l'itinerario psicologico di Julien invece le radici sociali  le sue reazioni  e i suoi  progetti di fronte alla realtà  sociale in cui vive e che l'autore  attentamente descrive e analizza.
Ma si pensi  a un altro esempio  di questo complesso processo di ribaltamento e di continuazione. E cioè  un posto  notevole nella produzione romantica ha la ricostruzione di un momento di un clima storico (il romanzo  e il dramma storico di Walter Scott a Manzoni a Hugo ) o esotico (da Chateaubriand a Coleridge a Byron) il verismo riprende  questa vocazione - tutto sommato storicistica ma anziché  proiettarla nel lontano (cronologico e geografico) la rivolge al vicino, alla realtà immediata  presente. E ecco  nella narrativa realistica l'attenta rappresentazione di un ambiente coi suoi costumi  e il suo clima di vita  la Normandia di Flaubert e Maupassant La Provenza di A. Daudet la Sicilia di Verga ( e gli  esempi potrebbero essere tanti). E' il cosiddetto regionalismo  che caratterizza tanta narrativa veristica dell'Ottocento.

NUOVE PROSPETTIVE  E NUOVI MODULI ESPRESSIVI

Tutto  ciò comporta delle conseguenze sul piano specificamente formale. E' ovvio che la dimensione soggettiva che domina la produzione  romantica trovi il suo mezzo espressivo ottimale nella poesia lirica che già Madame de Stael aveva teorizzato  come il più adatto  alla nuova sensibilità o in  un genere di romanzo autobiografico  e in una prosa ricca di abbandoni  sentimentali e lirici. Ed è  altrettanto ovvio  che la scoperta della realtà  per l'impegno di analisi che anima ora l'autore  trovi  più adatto come genere letterario il romanzo e come modulo espressivo una prosa varia nei toni descrittiva e precisa  che bandisca assolutamente  effusioni e toni lirici ( Stendhal pensava addirittura alla prosa  del codice civile). Ma  più  che nel genere letterario  e nei  moduli formali la novità  consiste  in una mutata  disposizione  di fronte alla realtà nella scoperta per così dire  della dignità  del quotidiano nell'assegnare  cittadinanza nel dominio dell'arte  a qualsiasi  essere umano  e a qualsiasi vicenda  e nel ritenerli  tutti suscettibili  di una rappresentazione seria e tragica.
E qui a chi obiettasse che già Lessing  si era battuto per questo  si può rispondere che sia nei suoi drammi che in quelli del Romanticismo  e persino  ancora in Stendhal il protagonista anche se non è più un personaggio storico  o mitologico è pur sempre un privilegiato un essere umano d'eccezione per intensità  e aristocrazia di sentire. E' da Balzac in poi che si realizza questa dignità del quotidiano  questa irreversibile novità  e così possono acquistare  dignità tragica i contadini di Courbet l'avarizia di papà Grandet  o la meschinità  dell'impiegatuccio nel cappotto di  Gogol o un sentimento  tutt'altro  che eroico  e nobilitante  come la paura nel Il segno rosso del coraggio di Crene  o la vita anonima di un'umile serva in un Cuore semplice  di Flauber  o il tarato dall'alcolismo di Zola o il pescatore in Verga ( e così  via sino a Gorki a Steinbeck a Cronin ai film di De Sica  e a tutte quelle manifestazioni artistiche che a questa fondamentale  conquista ottocentesca più o meno  mediamente si collegano ).

VERSO IL NATURALISMO : TRE FATTORI

Ma come abbiamo detto  nell'arco di circa un cinquantennio nel quale si sviluppa la produzione  realistica subisce notevoli modifiche.
Un punto  nodale di questo processo può esser collocato (con una certa approssimazione) attorno alla metà del secolo e lo si può motivare  con tre fattori storico-culturali : la delusione del '48 europeo, il Manifesto di Marx e Engels il Positivismo.
1)  Il ritorno all'ordine col quale vengono spenti i tentativi rivoluzionari in Europa rappresenta un colpo durissimo  per l'intellighezia democratica e progressista il crollo delle speranze di una generazione. Di conseguenza si accentua quel distacco tra artista e assetto sociale  brohese  che aveva trovato espressione già nella produzione di Stendhal e Balzac: in Flaubert ora uno dei motivi di fondo è l'odio  verso il borghese.
2) Ma il '48 vede la comparsa piuttosto consistente del "quarto stato" e nel Manifesto  la teorizzazione del ruolo che esso è destinato a svolgere. E' superfluo insistere sulle incalcolabili influenze che tutto ciò avrà  si pensi soltanto alla preponderante presenza che nella narrativa del secondo Ottocento avranno  le classi  subalterne : i tipi  umani travolti dallo sfruttamento e dalla reificazione che Marx ed Engel  via via esaminavano nei loro scritti  diventavano oggetto di rappresentazione : da Tempi difficili (1854) e Grandi  speranze (1860 ) di Dickens a Germinia Lacerteux (1865) dei fratelli Goncourt dai populisti  russi a Zola a Verga. Questo non significa che questi artisti facciano propria la concezione marxiana significa però che ormai uno spettro percorre l'Europa e non si può più esorcizzarlo.
3)  A partire dalla metà del secolo si verifica la progressiva affermazione del Positivismo che ha i suoi capisaldi nel rifiuto delle fantasticherie delle religioni e delle metafisiche  nel privilegiamento della realtà oggettiva dei fatti nell'esaltazione delle scienze come strumento  ottimale per la conoscenza e il dominio della realtà. Strettamente legato al processo già avviato  di organizzazione industriale  il Positivismo risponde perfettamente alle esigenze del questa società  alla quale trasmette  sia la fiduciosa teorizzazione di un progetto  inarrestabile destinato a raggiungere deterministicamente livelli sempre più alti  sia una particolare attenzione alla dimensione sociale.
E' abbastanza agevole intuire le conseguenze  che dai capisaldi del Positivismo derivano per gli orientamenti letterari  il narratore aspira a lavorare scientificamente  esclude dalla narrazione ogni personale commento e considerazione descrive comportamenti di singoli e di gruppi ma previa una minuziosa documentazione  sperimentale con una volontà  intellettuale di conoscenza  e con rigore scientifico e ricorrendo alla fisiologia  alle leggi dell'ereditarietà ecc. Zola ha esemplarmente chiarito in certi suoi scritti i canoni di questa nuova poetica  che nella rappresentazione  della realtà  privilegia l'inesorabile  meccanismo delle leggi naturali e finisce con trasformare  l'opera narrativa in referto medico o analisi sociologica. E così  è avvenuto il passaggio dalla narrativa realistica a quella naturalistica