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martedì 25 febbraio 2020

realismo in germania

realismo in Germania

Nell'area tedesca il realismo non assume quel radicale orientamento che distingue quello francese : c'è sì un fiorire di romanzi e novelle realistici  quelli di Wilhelm Raabe (1831-1910) di Gottfried Keller (1819 - 1890) di Theodore Fontane (1819-1898) che però fanno anche posto a toni idilliaci o comunque piccolo borghesi  e Biedermeier. Ci  sembra si possa affermare che nella narrativa l'unica opera di livello europeo è I Buddenbrook  di Thomas Mann, nella quale però come vedremo l'impianto realistico accoglie  inquietudini  e temi che già travalicano questo orientamento letterario. Forse  l'opera esemplare è nella produzione teatrale  I tessitori di Gerhardt Hauptmann.

lunedì 16 dicembre 2019

Charles Dickens

 Charles Dickens

anche in Inghilterra come in Francia si assiste suppergiù  nello stesso periodo (a partire dagli anni trenta ) ad un orientamento verso il romanzo sociale ma con diversità di motivazioni ( un umanitarismo riformistico che sarà una componente essenziale della mentalità vittoriana ) e di risultati artistici. Di questa produzione assai larga e varia, Dickens è l'esponente  più interessante. Dello sfruttamento del lavoro minorile  della miseria dei quartieri popolari di Londra della ferrea logica del profitto, Dickens nella sua vita (1812- 1970) fece esperienza ancora ragazzo e questo fu determinante per la sua arte: anche quando dopo la pubblicazione del Circolo Pickwick (1836- 1837)  cominciò a diventare sempre più famoso non dimenticò mai ( e la sua produzione ne è una testimonianza) quell'esperienza.

L'atteggiamento filantropico

La posizione di Dickens rispetto  ai problemi che la rivoluzione industriale poneva non differisce molto da quella degli intellettuali inglesi a lui contemporanei I quali, se pur con una serie di sfumature che qui non è possibile illustrare, concordavano però in un atteggiamento di protesta filantropica che ne migliore dei casi auspicava riforme e previdenze, ma non si sognava affatto di mettere in discussione  l'assetto generale, le strutture capitalistiche.
" Dickens rifuggì sempre con orrore dal pensiero della rivoluzione  armata e dalla violenza: per lui la correzione delle ingiustizie social doveva venire dall'alto, dai ricchi e dai potenti convertiti … non dall'odio  sovversivo delle masse. Riforma si ed eliminazione di abusi, ma senza mai disturbare l'ordine costituito" (M Praz). Che in una tale prospettiva ideologica dovesse avere parte di insistere su ciò  che qualsiasi lettore è in grado di avvertire subito in un romanzo di Dickens : la tendenza ad enfatizzare certe situazioni e a portarle al livello limite con un strumentale ( ai fini della commozione) contrapposizione fra buoni e cattivi ; il frequente cedimento ai toni melodrammatici ; il ricorso alla facile soluzione, al ricco dall'animo generoso che, in un ingranaggio di disavventure e avversità imprevedibilmente si inserisce come deus ex machina.

fattori condizionanti

Queste caratteristiche  della narrativa di Dickens, però , oltre che all'accennata angolazione ideologica dell'autore, vanno anche collegate  - e questo interessante problema per gli studi di sociologia della letteratura - al fatto che I romanzi di Dickens uscirono quasi tutti come pubblicazioni a dispense : il che comportava tutta una serie di influenze e di condizionamenti  sull'autore. Cioè : la necessità di tener desto l'interesse dei lettori, la cui cerchia  ora, pur essendosi allargata per la facilitazione della spesa ripartita in mesi, non poteva scendere più in basso della classe socio-borghese ; la ricerca di temi che rispondessero alle condizione di vita e ai problemi di quei lettori che, per estrazione e condizionamenti sociali, potevano arrivare alla commozione filantropica ma non alle inquietudini rivoluzionarie; l'adozione di uno stile garbato e piacevole, non alieno dalla ricerca di facili effetti.
Da questa prospettiva I ruolo di Dickens non solo nella storia della letteratura ma anche nella storia dei rapporti fra autore e pubblico è fondamentale; capace di interessare un  pubblico che né Stendhal né Flaubert ebbero mai

Picaresco e sentimentale

Sul piano specificamente letterario Dickens riusciva a realizzare il suo romanzo sociale utilizzando  e fondendo due filoni della narrativa inglese : quello  avventuroso picaresco, che si era espresso in Defoe e in Fielding, e quello sentimentale-familiare  che nel Vicario di Goldsmith ha un suo testo tipico. Cioè Oliver Twist e David Copperfield in ultima analisi sono dei picari che nella giungla della società industriale imparano giorno per giorno  a sopravvivere e a farsi strada. Per quanto riguarda poi  la componente sentimentale-famigliare gli intrecci, la descrizione  di storie familiari  di disastri e fortune la esemplificazione  è facilissima.
Un ampio discorso  meriterebbe l'evoluzione degli esisti artistici di Dickens : pur senza superare I limiti ideologici illustrati dallo schematismo  psicologico  dei primi romanzi egli perviene a notevoli approfondimenti e complessità di caratterizzazione  I in Grandi Speranze  e il nostro comune amico

lunedì 25 novembre 2019

Emile Zola

Emile Zola

La commedia umana  di Balzac era stata, secondo la definizione di Thibaudet, il museo vivente della società francese  della Restaurazione e di Luigi Filippo (1830 -48 ) , l'opera di Zola lo è della società del Secondo Impero (1931- 70)  e della Terza Repubblica.
Si è già  accennato all'incidenza che sul piano degli orientamenti letterari, dai tempi di Balzac a quelli di Flaubert, hanno avuto fatti come il '48 francese e la pubblicazione del Manifesto di Marx ed Engels, l'affermarsi  del Positivismo e gli entusiasmi  scientisti. Si  aggiunga per quanto riguarda specificamente I tempi  di Zola il crollo del secondo  Impero dopo la sconfitta di Sédan e l'esperienza del Comune (1870-71) che avevano dimostrato si a l'iniziativa politica che il quarto stato poteva assumere sia la disponibilità borghese a ricorrere a mezzi estremi per la disperata difesa della prorpioa egemonia e dei propri privilegi. (E per la sua  diagnosi della decadenza borghese Zola poteva trarre dal secondo dei due avvenimenti  citati prezioso materiale).

Canoni di poetica

Quando Zola ( che era nato nel 1840  ed aveva conosciuto nella giovinezza difficoltà e miseria ) verso I 30 anni inizi la sua attività di romanziere, ha già elaborato una poetica estremamente chiara : 1)  dare un affresco completo di un periodo  attraverso una narrazione ciclica incentrata attorno a una famiglia I Rougon-Macquart (ed in questo riprende  l'esempio di Balzac ) ;
2) adottare, per questo intento, gli strumenti  di conoscenza e di analisi forniti dalla scienza (testi fondamentali  per lui, oltre che Darwin e Taine  furono l'Introduzione allo studio della medicina sperimentale di Claude Bernard e uno di Lucas sull'ereditarietà ) e quindi "rappresentare I temperamenti e le profonde modificazioni  dell'organismo  sotto la pressione degli ambienti  (ancora il milleiu n.d.c.)  e delle circostanze " dar posto  alle leggi dell'ereditarietà  e de determinismo biologico alla motivazione fisiologica dei sentimenti .
E così Zola  partendo proprio dalla scienza  - la stessa  che per altro verso alimentava  nell'atmosfera positivista, una fiduciosa idea di progresso - approda a posizioni pessimistiche : diventano prioritari  per la sua indagine e per la sua narrazione la catena dei condizionamenti biologici  e ambientali da cui l'uomo non può liberarsi  l'inesorabile effetto di corruzione connessa alle strutture sociali esistenti.

analisi del disfacimento

Ne risulta un'opera tutta sottesa da "una visione talora brutale della nostra umanità studiata in un dato momento storico quasi si fosse in una clinica di malattie nervose, dato che l'interesse del narratore si rivolge soprattutto a studiare individui non sani, dal punto di vista di un materialistico determinismo, osservandoli  nella vita che si svolge sotto il regime che egli odia.
Di conseguenza Zola è narratore, o meglio lo scrupoloso analista della decadenza, del disfacimento e del corrompersi degli uomini del corpo sociale. Nè d'altra parte fra le classi egli opera delle distinzioni o dei privilegiamenti populistici come tanti dopo di lui avrebbero fatto : la decadenza e la corruzione  egli le coglie e oggettivamente le rappresenta non solo nell'ambiente nel milieu borghese ma anche in quello proletario.

 

martedì 12 novembre 2019

Gustave Flaubert

Gustave Flaubert

nato nel 1821 Flaubert si stabilì a25 anni in campagna da dove si allontanò per qualche viaggio in Medio Oriente, in Grecia  e in Italia; dalla rivoluzione del 1848 e dagli avvenimenti del 1870  non trasse che i motivi di delusione e di cupo  isolamento; morì nel 1880.
Tra gli anni Trenta - che vedono la frenetica attività di Balzac e I capolavori di Stendhal - e il 1857, anno di pubblicazione di Madame Bovary di Flaubert, intercorre quasi l'arco di una generazione e d'altra parte l'attività di Flaubert si prolunga per ancora più di vent'anni : col suo Bouvard  e Pecuchet, pubblicato postumo arriviamo al 1881, Ciò vuol dire che fra  I tempi di Balzac e di Stendhal, da un alto, e quelli di Flaubert dall'altro  ci sono di mezzo quegli avvenimenti storico- culturali  la restaurazione borghese del '48, la presenza sempre più incombente del quarto stato nella realtà sociale  e nel dibattito politico, l'affermarsi del Positivismo. A tutto ciò è da aggiungere su un piano più specificamente letterario , il sorgere, negli anni Cinquanta, della scuola poetica dai cosiddetti "parnassiani"(Leconte de Lisle, Theodore de Banville ecc.) che reagendo al lirismo e alle effusioni romantiche ( Lamartine e Hugo) intendono restaurare  I valori formali e realizzano una produzione  di Impassibile e marmorea bellezza, con modulazioni stilistiche di contesto culturale Flaubert ricava orientamenti e suggestioni  per quanto riguarda soprattutto due aspetti della sua produzione : la scrupolosa  e imparziale attenzione alla realtà da descrivere e il culto della precisione stilistica nell'estenuante, ascetica ricerca della parola insostituibile e definitiva. A questo furono rivolti l'attività, I travagli, le angosce della sua vita : "nella mia povera vita così piatta e tranquilla, le frasi sono delle avventure , e io non raccolgo altri fiori che le metafore " scriveva ad una amica.

una volontaristica guarigione

Ma questa ipotesi di interpretazione, questa rispondenza tra orientamenti artistici contemporanei ed elementi caratterizzanti  della produzione di Flaubert  si complica notevolmente se si pensa, sulla scorta di un'ormai imponente documentazione critica, che le sue vocazioni più profonde, le sue letture predilette, le sue  aspirazioni erano autenticamente romantiche, Flaubert, "come  I romantici, è dotato di un'immaginazione ardente, avido di sensazioni forti, attirato dall'eccessivo e dal soprannaturale, ebbro di colori, di vasti orizzonti…….E ebbro di disdegno  vendicativo per la società moderna per il borghese senza ideali  e senza poesia, di cui egli sonda l'ottusità con infinito diletto." (P.G.Castex-P. Surer). L'impatto tragico fra queste sue disposizioni di fondo e la realtà lo si può approssimativamente datare : un'acuta crisi avuta negli anni 1842-43 mentre a Parigi studiava giurisprudenza ; la morte del padre e della sorella, le persone da lui più amate, nel 1846 il fallimento della rivoluzione  del '48 che approda al piccolo cesarismo di Napoleone III . E' un accumularsi di fallimenti che provoca in Flaubert una posizione conflittuale che sconfina nella nevrosi, è il crollo di ogni aspirazione o vagheggiamento "romantico"  di fronte alla realtà. Compito dell'arte allora sarà rappresentare tutto questo : far cozzare tragicamente una creatura  che aspira ad avvenimenti eccezionali e romantici contro il grigiore della quotidianità  piccolo borghese ed ecco Madame Bovary (1857).
Nell'accanimento contro il "bovarismo" Flaubert - sia pure ricorrendo allo schermo dell'oggettivazione con la creazione di un personaggio - sottoponeva a lucida analisi la propria "malattia romantica "bruciava - o cercava di bruciare I miti romantici e le fughe dalla realtà; da ciò la necessità di una minuta, realistica descrizione della meschinità della vita di provincia, degli ovvi e grigi orizzonti che la delimitano : e così si  costringe masochisticamente a un impatto tragico con la mediocre e limacciosa realtà. Nella storia della piccola borghese di provincia che sogna l'assoluto e finisce nell'anonimo adulterio e nel suicidio è evidente certo una condanna. Ma grondante di pietà, o meglio, di non superata complicità. E lo dimostra tutta la posteriore produzione flaubertiana realizzata sotto il segno di una lotta non risolta  con un susseguirsi di tappe non saranno mai definite.

Ambiguità non risolte

Alla diagnosi e alla condanna della malattia romantica faticosamente realizzate in Madame Bovary  segue infatti ne 1862 Salambò che riprende il gusto romantico dell'esotico  di una realtà altra ne tempo e nello spazio. Poi negli anni 1863-69 la nuova e definitiva  redazione de l'Educazione sentimentale affresco del destino della generazione flaubertiana : nella vicenda Federico Moreau, nelle sue giornate e nei suoi anni briciati senza che accada nulla, nel vagheggiamento di un amore che dalla mancata realizzazione trascolora in dolente elegia nella descrizione del fallimento  delle speranze quattrocentesche  Flaubert tornava a farsi giudice delle aspirazione romantiche con dolente autobiografica partecipazione