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lunedì 3 agosto 2020

verso il realismo - la lezione di Puskin e di Gogol

verso il realismo - lezione di Puskin e Gogol


Abbiamo già sottolineato, a proposito di Puskin una caratteristica del Romanticismo russo, cioè l'accentuata presenza di una vocazione realistica che si estrinseca nell'affettuoso recupero delle tradizioni popolari, nella rievocazione di momenti fondamentali della storia nazionale . Si tratta evidentemente di un realismo ben diverso da quello che sarà realizzato dai grandi scrittori russi del secondo Ottocento, e tuttavia va sottolineato cme punto di partenza di tutto un orientamento . Questo discorso vale anche per un altro fondamentale autore della stessa generazione di Puskin e cioè Nicolaj Gogol (1809-1852)  per il quale la qualifica corrente è di realista, ma anche in questo caso si tratta di un realismo particolare.E' indiscutibile  infatti  che Gogol ricavi i suoi temi dalla quotidianità( la vita di un povero impiegatuccio ne Il cappotto, la società rurale russa ne Le anime morte entrambe editi nel 1842) e che si anche un attento  e minuzioso descrittore, ma da questo iniziale impianto realistico parte, per così dire una spirale deformante e grottesca nella quale non si estrinseca soltanto l'intento di satira sociale ma qualcosa di allucinatorio di surreale per cui quei  personaggi, quelle situazioni e quei dialoghi pur realistici diventano assurdi, denunziano quasi quanto di sconnesso ci sia nella realtà, quanto breve sia il passaggio dalla ovvietà quotidiana all'illogico  e alla deformazione dell'incubo.
Ma a parte questa  sua specificità Gogol con certe scelte tematiche (il cappotto per esempio )  avrà notevole influenza sugli orientamenti  e sul dibattito letterario che si verifica in Russia a partire dagli anni Quaranta e che approda alla grande stagione narrativa degli anni Sessanta. Si tratta di un ventennio  fondamentale durante il quale lo Zar Nicola I, che era salito al trono nel 1825 (l'anno della spietata repressione dei moti decabristi ) che regnera'  sino al 1855  consolida il suo regime autocratico con una polizia segreta di Stato, una rete  di spie e il controllo tramite la famosa terza sezione sulla cultura.
Ma di contro si sviluppano i fermenti  che il moto decabrista  pur stroncato nel sangue aveva provocati 

giovedì 26 marzo 2020

realismo in America

realismo in America

nell'area americana la scoperta della realtà trova almeno due autori esemplari. Uno  è Stephen Crane (1871- 1900)  che nella sua breve esistenza realizza almeno due opere fondamentali : Maggie ragazza di strada (1893) e il segno rosso del coraggio (1895)  con lui specie  se ci si riferisce al secondo romanzo, il termine realismo o naturalismo  è insufficiente  dato che  siamo già passati a una realistica analisi della coscienza alla ricerca del momento in cui avviene l'impatto tra mitologie sociali e cruda realtà. Certo  c'è la lezione dei grandi realisti europei  ma è già presente una dimensione psicologica che avrebbe  avuto e non solo in America gli sviluppi maggior e addirittura il sopravvento.
Esemplare è anche Theodore  Dreiser (1871 -1945) con il quale la lezione del naturalismo si protrae  in epoca che già conosce altre modulazioni stilistiche e altre poetiche : Nostra sorella Carrie è del 1900 una Tragedia Americana è del 1925.
Dreiser che ha subito fortemente l'influsso di Balzac e concepisce la realtà come scontro di forze come conflitto di interessi  e di potere ha dato della società americana una rappresentazione amara magari formalmente  incondita ma non priva di efficacia e sottesa da un amaro giudizio.
Certo dopo di lui verranno I Dos Passos e I Faulker - stilisticamente più scaltriti tematicamente più complessi  e più torbidi - ma nella denuncia  dei meccanismi  stritolatori delle società americana Dreiser ha scritto  pagine di rude e vistosa evidenza. Ma al di là di questi due autori  una cosa va sottolineata la lezione veristico naturalista nella narrativa americana si estenderà a tutto il Novecento con una intensità maggiore che altrove

martedì 25 febbraio 2020

realismo in germania

realismo in Germania

Nell'area tedesca il realismo non assume quel radicale orientamento che distingue quello francese : c'è sì un fiorire di romanzi e novelle realistici  quelli di Wilhelm Raabe (1831-1910) di Gottfried Keller (1819 - 1890) di Theodore Fontane (1819-1898) che però fanno anche posto a toni idilliaci o comunque piccolo borghesi  e Biedermeier. Ci  sembra si possa affermare che nella narrativa l'unica opera di livello europeo è I Buddenbrook  di Thomas Mann, nella quale però come vedremo l'impianto realistico accoglie  inquietudini  e temi che già travalicano questo orientamento letterario. Forse  l'opera esemplare è nella produzione teatrale  I tessitori di Gerhardt Hauptmann.

lunedì 16 dicembre 2019

Charles Dickens

 Charles Dickens

anche in Inghilterra come in Francia si assiste suppergiù  nello stesso periodo (a partire dagli anni trenta ) ad un orientamento verso il romanzo sociale ma con diversità di motivazioni ( un umanitarismo riformistico che sarà una componente essenziale della mentalità vittoriana ) e di risultati artistici. Di questa produzione assai larga e varia, Dickens è l'esponente  più interessante. Dello sfruttamento del lavoro minorile  della miseria dei quartieri popolari di Londra della ferrea logica del profitto, Dickens nella sua vita (1812- 1970) fece esperienza ancora ragazzo e questo fu determinante per la sua arte: anche quando dopo la pubblicazione del Circolo Pickwick (1836- 1837)  cominciò a diventare sempre più famoso non dimenticò mai ( e la sua produzione ne è una testimonianza) quell'esperienza.

L'atteggiamento filantropico

La posizione di Dickens rispetto  ai problemi che la rivoluzione industriale poneva non differisce molto da quella degli intellettuali inglesi a lui contemporanei I quali, se pur con una serie di sfumature che qui non è possibile illustrare, concordavano però in un atteggiamento di protesta filantropica che ne migliore dei casi auspicava riforme e previdenze, ma non si sognava affatto di mettere in discussione  l'assetto generale, le strutture capitalistiche.
" Dickens rifuggì sempre con orrore dal pensiero della rivoluzione  armata e dalla violenza: per lui la correzione delle ingiustizie social doveva venire dall'alto, dai ricchi e dai potenti convertiti … non dall'odio  sovversivo delle masse. Riforma si ed eliminazione di abusi, ma senza mai disturbare l'ordine costituito" (M Praz). Che in una tale prospettiva ideologica dovesse avere parte di insistere su ciò  che qualsiasi lettore è in grado di avvertire subito in un romanzo di Dickens : la tendenza ad enfatizzare certe situazioni e a portarle al livello limite con un strumentale ( ai fini della commozione) contrapposizione fra buoni e cattivi ; il frequente cedimento ai toni melodrammatici ; il ricorso alla facile soluzione, al ricco dall'animo generoso che, in un ingranaggio di disavventure e avversità imprevedibilmente si inserisce come deus ex machina.

fattori condizionanti

Queste caratteristiche  della narrativa di Dickens, però , oltre che all'accennata angolazione ideologica dell'autore, vanno anche collegate  - e questo interessante problema per gli studi di sociologia della letteratura - al fatto che I romanzi di Dickens uscirono quasi tutti come pubblicazioni a dispense : il che comportava tutta una serie di influenze e di condizionamenti  sull'autore. Cioè : la necessità di tener desto l'interesse dei lettori, la cui cerchia  ora, pur essendosi allargata per la facilitazione della spesa ripartita in mesi, non poteva scendere più in basso della classe socio-borghese ; la ricerca di temi che rispondessero alle condizione di vita e ai problemi di quei lettori che, per estrazione e condizionamenti sociali, potevano arrivare alla commozione filantropica ma non alle inquietudini rivoluzionarie; l'adozione di uno stile garbato e piacevole, non alieno dalla ricerca di facili effetti.
Da questa prospettiva I ruolo di Dickens non solo nella storia della letteratura ma anche nella storia dei rapporti fra autore e pubblico è fondamentale; capace di interessare un  pubblico che né Stendhal né Flaubert ebbero mai

Picaresco e sentimentale

Sul piano specificamente letterario Dickens riusciva a realizzare il suo romanzo sociale utilizzando  e fondendo due filoni della narrativa inglese : quello  avventuroso picaresco, che si era espresso in Defoe e in Fielding, e quello sentimentale-familiare  che nel Vicario di Goldsmith ha un suo testo tipico. Cioè Oliver Twist e David Copperfield in ultima analisi sono dei picari che nella giungla della società industriale imparano giorno per giorno  a sopravvivere e a farsi strada. Per quanto riguarda poi  la componente sentimentale-famigliare gli intrecci, la descrizione  di storie familiari  di disastri e fortune la esemplificazione  è facilissima.
Un ampio discorso  meriterebbe l'evoluzione degli esisti artistici di Dickens : pur senza superare I limiti ideologici illustrati dallo schematismo  psicologico  dei primi romanzi egli perviene a notevoli approfondimenti e complessità di caratterizzazione  I in Grandi Speranze  e il nostro comune amico