dal realismo romantico al naturalismo positivistico
Fasi e motivazioni di un lungo processo
Come i primi decenni dell'Ottocento sono caratterizzati in una prospettiva europea dal Romanticismo così quel periodo che all'incirca va da 1830 al 1870-80 vede il progressivo affermarsi di quella categoria artistica che si conviene definire Realismo. Con due precisazioni però :
1) nei primi decenni del secolo una volta affermatosi il Romanticismo dà fisionomi a al periodo è l'orientamento dominante ed esclusivo nel successivo periodo che abbiamo indicato invece il Realismo non domina incontrastato ; è l'orientamento maggioritario e più fertile ma non l'unico.
2) Nell'arco di un cinquantennio un orientamento letterario (Anche se per pura ipotesi partisse da omogenei canoni di poetica) subisce inevitabili sviluppi e modifiche che rendono assai discutibile l'adozione della stessa definizione sia per gli iniziatori che per gli epigoni. E' pertanto consuetudine critica abbastanza diffusa quella di definire realismo e realistica la produzione del primo periodo e Naturalismo e naturalistica quella del secondo differenziate e distinte l'una dall'altra per tutta una serie di fattori che ora esamineremo.
SOGGETTIVITA' E REALTA'
E' assai discutibile prospettare il Realismo come pura e semplice opposizione al Romanticismo ( e un'eco di questa impostazione critica è riscontrabile nell'accezione profondamente antitetica che nel discorso giornaliero si dà ai termini romantico e realistico ). IN realtà si tratta di un complesso processo di opposizione e di continuazione di ribaltamento e di sviluppo di certi autori romantici è a questo proposito illuminante si pensi a Puskin poeta lirico e nel contempo padre del realismo russo con i suoi Racconti di Belkin (1830 o a Victor Hugo il quale oltre a essere il poeta dell'io è anche l'autore dei Miserabili.
La lotta contro i modelli e le regole del classicismo la poetabilità di qualsiasi argomento e la libertà stilistica l'attenzione verso le manifestazioni dell'arte popolare e più in generale la scoperta della dimensione popolare il gusto di ricreare con il romanzo storico il clima di un'epoca l'analisi delle reazioni dell'io di fronte alla realtà ( e stiamo citando i capisaldi della poetica romantica) portano cambiamento di prospettiva che anziché far centro quasi esclusivamente sull'io anziché finalizzare tutto per un'analisi e un'enfatizzazione dell'io l'artista si apra invece ad accogliere e a registrare l'inesauribile varietà del reale e i meccanismi le forze in contrastante gioco., Per chiarire ancora di più : nel rapporto individuo-realtà che il Romanticismo risolveva privilegiando (o ammettendo esclusivamente) il primo elemento il realismo stabilisce un equilibrio con il dare cittadinanza piena al secondo elemento. Si pensi per dare concretezza al discorso al Renato dell'omonimo romanzo di Chateaubriand e a Julien Sorel del Rosso e il nero di Stendhal; mentre il primo è connotato dall'autore solo su un piano esistenziale, il secondo invece lo è sul piano sociale di Renato conosciamo solo le anfrattuosità interiori, l'itinerario psicologico di Julien invece le radici sociali le sue reazioni e i suoi progetti di fronte alla realtà sociale in cui vive e che l'autore attentamente descrive e analizza.
Ma si pensi a un altro esempio di questo complesso processo di ribaltamento e di continuazione. E cioè un posto notevole nella produzione romantica ha la ricostruzione di un momento di un clima storico (il romanzo e il dramma storico di Walter Scott a Manzoni a Hugo ) o esotico (da Chateaubriand a Coleridge a Byron) il verismo riprende questa vocazione - tutto sommato storicistica ma anziché proiettarla nel lontano (cronologico e geografico) la rivolge al vicino, alla realtà immediata presente. E ecco nella narrativa realistica l'attenta rappresentazione di un ambiente coi suoi costumi e il suo clima di vita la Normandia di Flaubert e Maupassant La Provenza di A. Daudet la Sicilia di Verga ( e gli esempi potrebbero essere tanti). E' il cosiddetto regionalismo che caratterizza tanta narrativa veristica dell'Ottocento.
NUOVE PROSPETTIVE E NUOVI MODULI ESPRESSIVI
Tutto ciò comporta delle conseguenze sul piano specificamente formale. E' ovvio che la dimensione soggettiva che domina la produzione romantica trovi il suo mezzo espressivo ottimale nella poesia lirica che già Madame de Stael aveva teorizzato come il più adatto alla nuova sensibilità o in un genere di romanzo autobiografico e in una prosa ricca di abbandoni sentimentali e lirici. Ed è altrettanto ovvio che la scoperta della realtà per l'impegno di analisi che anima ora l'autore trovi più adatto come genere letterario il romanzo e come modulo espressivo una prosa varia nei toni descrittiva e precisa che bandisca assolutamente effusioni e toni lirici ( Stendhal pensava addirittura alla prosa del codice civile). Ma più che nel genere letterario e nei moduli formali la novità consiste in una mutata disposizione di fronte alla realtà nella scoperta per così dire della dignità del quotidiano nell'assegnare cittadinanza nel dominio dell'arte a qualsiasi essere umano e a qualsiasi vicenda e nel ritenerli tutti suscettibili di una rappresentazione seria e tragica.
E qui a chi obiettasse che già Lessing si era battuto per questo si può rispondere che sia nei suoi drammi che in quelli del Romanticismo e persino ancora in Stendhal il protagonista anche se non è più un personaggio storico o mitologico è pur sempre un privilegiato un essere umano d'eccezione per intensità e aristocrazia di sentire. E' da Balzac in poi che si realizza questa dignità del quotidiano questa irreversibile novità e così possono acquistare dignità tragica i contadini di Courbet l'avarizia di papà Grandet o la meschinità dell'impiegatuccio nel cappotto di Gogol o un sentimento tutt'altro che eroico e nobilitante come la paura nel Il segno rosso del coraggio di Crene o la vita anonima di un'umile serva in un Cuore semplice di Flauber o il tarato dall'alcolismo di Zola o il pescatore in Verga ( e così via sino a Gorki a Steinbeck a Cronin ai film di De Sica e a tutte quelle manifestazioni artistiche che a questa fondamentale conquista ottocentesca più o meno mediamente si collegano ).
VERSO IL NATURALISMO : TRE FATTORI
Ma come abbiamo detto nell'arco di circa un cinquantennio nel quale si sviluppa la produzione realistica subisce notevoli modifiche.
Un punto nodale di questo processo può esser collocato (con una certa approssimazione) attorno alla metà del secolo e lo si può motivare con tre fattori storico-culturali : la delusione del '48 europeo, il Manifesto di Marx e Engels il Positivismo.
1) Il ritorno all'ordine col quale vengono spenti i tentativi rivoluzionari in Europa rappresenta un colpo durissimo per l'intellighezia democratica e progressista il crollo delle speranze di una generazione. Di conseguenza si accentua quel distacco tra artista e assetto sociale brohese che aveva trovato espressione già nella produzione di Stendhal e Balzac: in Flaubert ora uno dei motivi di fondo è l'odio verso il borghese.
2) Ma il '48 vede la comparsa piuttosto consistente del "quarto stato" e nel Manifesto la teorizzazione del ruolo che esso è destinato a svolgere. E' superfluo insistere sulle incalcolabili influenze che tutto ciò avrà si pensi soltanto alla preponderante presenza che nella narrativa del secondo Ottocento avranno le classi subalterne : i tipi umani travolti dallo sfruttamento e dalla reificazione che Marx ed Engel via via esaminavano nei loro scritti diventavano oggetto di rappresentazione : da Tempi difficili (1854) e Grandi speranze (1860 ) di Dickens a Germinia Lacerteux (1865) dei fratelli Goncourt dai populisti russi a Zola a Verga. Questo non significa che questi artisti facciano propria la concezione marxiana significa però che ormai uno spettro percorre l'Europa e non si può più esorcizzarlo.
3) A partire dalla metà del secolo si verifica la progressiva affermazione del Positivismo che ha i suoi capisaldi nel rifiuto delle fantasticherie delle religioni e delle metafisiche nel privilegiamento della realtà oggettiva dei fatti nell'esaltazione delle scienze come strumento ottimale per la conoscenza e il dominio della realtà. Strettamente legato al processo già avviato di organizzazione industriale il Positivismo risponde perfettamente alle esigenze del questa società alla quale trasmette sia la fiduciosa teorizzazione di un progetto inarrestabile destinato a raggiungere deterministicamente livelli sempre più alti sia una particolare attenzione alla dimensione sociale.
E' abbastanza agevole intuire le conseguenze che dai capisaldi del Positivismo derivano per gli orientamenti letterari il narratore aspira a lavorare scientificamente esclude dalla narrazione ogni personale commento e considerazione descrive comportamenti di singoli e di gruppi ma previa una minuziosa documentazione sperimentale con una volontà intellettuale di conoscenza e con rigore scientifico e ricorrendo alla fisiologia alle leggi dell'ereditarietà ecc. Zola ha esemplarmente chiarito in certi suoi scritti i canoni di questa nuova poetica che nella rappresentazione della realtà privilegia l'inesorabile meccanismo delle leggi naturali e finisce con trasformare l'opera narrativa in referto medico o analisi sociologica. E così è avvenuto il passaggio dalla narrativa realistica a quella naturalistica